Amalia Angulo: «In un mondo creato da me non esisterebbe la pornografia ma solo la libertà».

Anno Domini: Instagram 2017. Amalia Angulo è una pittrice cubana che ha deciso di esprimere la propria arte attraverso la rappresentazione esplicita del sesso.

Il suo intento non è scandalizzare, non vuole promuovere la pornografia e neanche fare critica, ma raccontare come dietro l’animo umano si nasconda una grande inquietudine.
Allora cosa può essere definito ancora scandaloso?

Raccontami di te: chi sei? come ti chiami? quanti anni hai?

Mi chiamo Amalia Angulo, ho 27 anni, sono un’artista nata a Cuba nella città di La Habana.

Come ti sei avvicinata all’arte?

Crescendo tra artisti legati alla danza, al teatro, alla musica, alla letteratura e alle arti visive, ho sviluppato un modo di pensare alternativo. Tramite i dipinti e i disegni riesco a esprimere il mio pensiero laterale. A volte mi capita di creare oggetti che possano arricchire la visione degli altri.

Chi sono le donne e gli uomini nei tuoi dipinti? si amano?

I soggetti principali dei miei dipinti sono immagini e personaggi del mondo della pornografia, ma uso anche alcune celebrità e personaggi pubblici. Queste figure coabitano un mondo che di solito chiamo distopico, ma che è per la maggior parte quello che si cela dietro l’esperienza sociale umana esplorando la crudeltà, la paura, il macabro, lo sporco, la risata inquietante che impaurisce fino alla pazzia e naturalmente, il sesso, come materia cruda e volgare.
Osservare come i miei dipinti promuovano l’essere morbosi in un mondo saturo di immagini sessuali mi colpisce e mi smuove. I miei dipinti non sono una critica o una scusa per il sesso o il porno, non hanno senso morale e non parlano di amore.

A chi ti ispiri? Hai riferimenti?

Mi ispiro ad artisti figurativi contemporanei come: Scott Daniel Ellison, Christian Rex van Minnen, Dana Schutz, Ryan Travis Christian, John Currin, Genieve Figgis, anche da altri artisti di epoche lontane e vicine come per esempio: Andy Warhol, Louise Bourgeois, Lucian Freud, Tiziano, Francis Bacon, Goya, Frans Hals, Artemisia Gentileschi, Georgia O’Keefe…

Come hai iniziato a lavorare in questa maniera? Perché?

Ho iniziato a lavorare su questo tema da circa 4 anni, quando ho deciso di concentrarmi a riprodurre nei miei dipinti e disegni quello che osservavo con stupore intorno a me. Come l’impeto sessuale che guida la maggior parte delle persone, in modo quasi ossessivo quasi come quando da piccola ebbi l’istinto di soddisfare i miei personali desideri sessuali e fui stigmatizzata per quello. Lontano da qualsiasi maniera puritana di essere, in un mondo creato da me non esisterebbe il porno, tutte le persone sono libere.

Cos’è la donna per te? e l’uomo? Come intendi l’amore nella tua arte?

Mi sembra che ogni persona quando deve scegliere un ruolo da svolgere nella società sceglie bianco o nero, quando in realtà esistono infiniti toni o sfumature.
Nella società di oggi ci sono interessi che cercano attraverso diversi mezzi e narrazioni, di fare della donna un maschio e dell’uomo una femmina, c’è confusione.
Quando questo meccanismo è imposto, non credo che sia sano. Essendo nata donna quando trovo all’interno di me degli impulsi maschili decido di esplorarli o di reprimerli secondo i miei desideri, penso sia naturale. Naturalmente, come le ore del giorno, l’essere maschile e femminile sono concetti e categorie create dall’umanità stessa, mi sembra che siamo molto più complessi come individui.
Nonostante questo sono sedotta dall’immagine dell’autoritario a letto. Non credo nella vittimizzazione delle donne. Nella storia dell’umanità e nel mondo di oggi ci sono esempi di come ogni essere umano è libero di lottare con tutta la sua forza e la sua creatività per prevalere.

Vuoi essere scandalosa? Che vuoi comunicare?

Perché i miei piccoli disegni al giorno d’oggi scandalizzano qualcuno? Mi meraviglia.

Cos’è uno scandalo per te?

Lo scandalo per me è quando le persone prestano maggiore attenzione a ciò che accade nelle vite degli altri. Le persone sembrano creare grandi scandali per coprire le loro paure o piuttosto la loro mancanza di coraggio.

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