Da Twin Peaks a Trump: i Bastille e il loro secondo album

Abbiamo intervistato il leader DAN Smith in vista della loro unica data italiana – quasi sold-out – IL 7 febbraio al Forum di Assago

Con Good Grief sono volati in cima alle chart, ora sta per uscire il nuovo singolo Blame estratto dal secondo album Wild World. Abbiamo intervistato il leader dei Bastille Dan Smith, in vista della loro unica data italiana IL 7 febbraio al Forum di Assago

Devo dirti la verità, ancora oggi non so chi abbia ucciso Laura Palmer! A quel tempo ero terrorizzato da Twin Peaks… e l’ho piantato a metà.

Ah ah oh sì era piuttosto scary! Io ero abbastanza ossessionato dalle serie quando ho scritto il pezzo contenuto in Bad Blood, hai sentito che ora fanno il sequel?

Sì e mi sono ripromesso di guardarlo, magari ora posso farcela senza correre il rischio di farmela sotto. Inizia così la telefonata con Dan Smith, frontman e deus ex machina dei londinesissimi Bastille. Il loro nuovo Lp Wild World (Virgin Records) uscito il 9 settembre scorso sembra voler ripercorrere, se non addirittura superare, le fortune del precedente Bad Blood.

Dove sono nate le canzoni di Wild World?

Veniamo da un tour di più di tre anni, quindi le canzoni sono nate un po’ in giro, tra i backstage del tour europeo, circa due anni fa, in camere d’albergo e a volte quando potevamo tornare a Londra, a casa.

E avete deciso di registrare anche questo disco nel vostro studio a Battersea.

Esatto, abbiamo avuto la possibilità di scegliere tra diverse soluzioni, e certo avremmo potuto decidere di registrare in un posto più grande, o più confortevole, ma ci è sembrata una mossa azzeccata far nascere anche il secondo disco dove tutto è cominciato, per tanti motivi: siamo stati in tour tantissimo tempo e, per quanto sia stupendo stare in giro, ci mancava l’aria di casa dove riordinare i pensieri e sentirci a nostro agio come in nessun altro posto. Siamo tutti e 4 di Battersea, e lavorando in questo studio che amiamo abbiamo avuto la possibilità di fare le cose più semplici come vedere amici, stare coi nostri cari, goderci la nostra città che è bellissima e andare a lavorare in bicicletta.

Vi è servito anche per fare una sorta di decompressione?

Sì anche, sicuramente tornare a casa quando sei stato tanto tempo in tour ti aiuta a tornare coi piedi per terra. La vita in tour dà soddisfazioni enormi, ma tornare a casa è sempre fantastico e ristabilisce un certo equilibrio.

In questo disco hai utilizzato la chitarra sia per comporre sia in fase di produzione, il che per te rappresenta una novità. 

Vero, in Bad Blood non c’è traccia di chitarre. Ma non ero ossessionato dall’ evitare di utilizzarle, semplicemente ho pensato che alcune canzoni di Strange World ci avrebbero fatto comodo, e così è stato. Mi sono anche divertito parecchio!

L’altro elemento di novità è rappresentato dai testi, meno autobiografici e più volti a riflessioni su cosa succede nel mondo.
Mi sarebbe sembrato folle ignorare molte cose terribili che stanno accadendo, sono ancora scioccato dalle elezioni americane. Dire la nostra in certi momenti diventa fondamentale, ci dà la possibilità di condividere i nostri pensieri con chi ci segue. Questi pezzi sono maggiormente connessi col mondo in cui viviamo e durante il tour ci permetteranno di essere più efficaci, credibili ed appassionati.

Siete pronti per la data di Febbraio a Milano?
Non vediamo l’ora, il pubblico italiano regala grandi emozioni!

INFO: www.vivoconcerti.com

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