Blame Label: ispirazione carceraria 

Blame label ha presentato una collezione ispirata al carcere Panopticon

Una collezione dedicata all’autunno inverno 2017/2018, quella di Blame Label per la 080 Barcellona Fashion, che porta in passerella una linea particolare, ispirata ad un tema dal nome Panopticon.

Un personalità alquanto caratteristica quella di Pablo Puig Gomar, stilista del brand nato nel 2014, in seguito alla laurea ottenuta nel 2012 alla scuola di moda Idep di Barcellona. Città nella quale ora vive e produce interamente le sue collezioni, dopo aver svolto una stage presso Boris Bidjan Saberi.

Un ragazzo, Puig Gomar, che crede fortemente che lo stile rappresenti l’identità di una persona e decide di lavorare sulla sua anima sperimentando scelte di tessuti e materiali per abiti che possano esprimere le sue riflessioni più pure e intime, al fine di renderle reali e di mostrarle al mondo.

Blame label ha presentato una collezione ispirata al carcere Panopticon

Per la prossima stagione, la sua riflessione sembrerebbe andare al Panottico, carcere nato nel 1791.

La struttura si sviluppava attorno a una torre centrale, all’interno della quale vegliava un unico guardiano, circondata da una costruzione circolare in cui erano presenti le celle dei carcerati. Un carcere ispirato ad un personaggio greco della mitologia, un gigante che possedeva numerosi occhi su tutto il corpo, Argo Panoptes, per questo ottimo guardiano. Proprio come il sorvegliante di Panopticon.

Chiaramente egli non possedeva così tanti occhi, ma seppur solo, per merito della costruzione poteva osservare tutti i carcerati contemporaneamente, incutendo loro uno stato di incertezza e paranoia, poiché essi non sapevano mai realmente se fossero osservati o meno.

Una storia che con Puig Gomar, dopo più di 200 anni, rivive, portando sulla passerella una realtà e una collezione che fanno riflettere. E’ una storia di panico, controllo e dominio. Racconta di uno stato emotivo, incitandoci ad immaginare di sentirci osservati anche e solo per pochi momenti, senza sapere se realmente lo siamo o meno. Tematiche che affronta da sempre tramite una forma di espressione che è l’estetica, data dalla funzionalità di capi dal design pulito, dalla qualità del prodotto, dalla sua versatilità e freschezza, dalle sue proporzioni. Più precisamente dall’identità che esso possiede e rappresenta. Dalla storia che quel preciso capo o collezione vogliono raccontare.

Uomini e donne hanno la matita nera sotto gli occhi per indurire il loro sguardo e lineamenti. Sono cupi, incappucciati e spesso con naso e bocca coperti da t-shirt a collo alto e ampio.

Blame label ha presentato una collezione ispirata al carcere Panopticon

Hanno piercing e tatuaggi per meglio interpretare il loro carattere ribelle. La frase “Blame line do not cross” è stampata su cappelli, scarpe e fibbie in cappotti e zaini, evidenziando il collegamento con l’anima di Blame Label, quella streetwear, urbana e sportiva.

In pantaloni, tute, t-shirt, giacche e giubbotti è chiara l’ispirazione alle divise carcerarie, sia nello stile, che nella scelta dei tessuti e colorazioni. Tra il nero, grigio, bianco e blu notte spicca l’arancio, fondamentale per rappresentare il mood e un tocco di giallo, su fibbie e felpe over fino al ginocchio.

La domanda è: da quale aspetto caratteriale dello stilista Puig Gomar saranno scaturiti questi sentimenti di controllo e impotenza tanto opposti quanto complementari che lo hanno portato così indietro negli anni?

info: Blame Label

ratteriale dello stilista Puig Gomar saranno scaturiti questi sentimenti di controllo e impotenza tanto opposti quanto complementari che lo hanno portato così indietro negli anni?

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