Drive Now il nuovo car sharing evoluto di Milano

L’ufficio è al piano terra di una centralissima via di Milano. Piuttosto spoglio, un desk di accoglienza e poi dietro gli uffici. È il quartier generale di Drive Now, la nuova alternativa al car sharing. Il car sharing per chi – anche nei tratti brevi cittadini – non si accontenta di una city car ma vuole un’auto con cui divertirsi, avere e ricevere soddisfazioni. IN uno dei due uffici dietro il desk c’è questo ragazzo dai capelli biondini, camicia bianca e cravatta, perfetto stile BMW (che insieme a SIXT  – ha messo insieme la joint venture da cui è nata Drive NO). LUi  è Andrea Leverano, Managing Director dell’azienda. Si alza, ci dà la mano, spiega: «Il servizio vuol essere innovativo, tecnologico, sicuro e di alta qualità». 

Drive Now come funziona? Abbiamo intervistato Andrea Leverano Managing Director dell’azienda:

Drive Now il car sharing di BMW Group

Infatti l’idea di Drive Now è quella di fornire un car sharing nuovo, più evoluto?

L’idea è questa. Il modello del servizio esiste da anni a livello europeo e Milano in qualche modo negli ultimi anni è una delle capitali del car sharing. E in questa logica noi siamo arrivati al momento giusto perché la città era già pronta e abbiamo avuto un grande ritorno di interesse. Il servizio vuol essere innovativo, sempre più tecnologico e attento, soprattutto di alta qualità. 

Com’è stato il lancio?

E’ stato molto positivo. Drive Now nasce a Monaco di Baviera, dove ha la sede, da una joint venture tra BMW e Sixt, leader nel mercato dell’autonoleggio. Ma è una realtà indipendente e questo aiuta moltissimo perché riusciamo a offrire un servizio capace di rispondere in tempo reale alle esigenze del mercato.

Quante auto ci sono attive attualmente?

Adesso abbiamo lanciato una flotta da 480 auto. Le vetture disponibili sono di fascai premium: BMW Serie 1, Serie 2 Active Tourer e Serie 2 Cabrio e MINI Clubman, MINI 5 porte e MINI Cabrio. In fase di lancio è un buon numero anche perché arriviamo in un mercato dove la domanda è in continua crescita. Non è semplice gestire un servizio di car sharing. Ha dei grossi vantaggi in termine di flessibilità e di costi. Dall’altro hai un grosso lavoro sull’auto, sulla manutenzione, sulla pulizia. 

Il tuo percorso da dove arriva? 

Per vari motivi mi sono quasi sempre occupato di car sharing. Nel 2000 stavo facendo servizio civile per Legambiente e contestualmente la tesi. Legambiente voleva avviare un progetto sulle auto associate o auto di condominio. In sostanza, prendendo spunto da alcuni servizi svizzeri che mettevano a disposizione elettrodomestici o beni di largo consumo a disposizione di tutto il condominio. Allora abbiamo iniziato a farlo con le macchine. Mi sono interessato e ho contribuito a questa iniziativa. Poi quando questao progetto è terminato sono andato a lavorare in Alto Adige, poi all’estero, Germania e Austria, per un network di progettazione sul fronte energetico. Nel 2007 sono rientrato a Milano per altri motivi ma ho ripreso a collaborare con Legambiente e nel 2009 abbiamo venduto il servizio ad ATM. Ho seguito per alcuni anni questo progetto per l’azienda dei trasporti milanesi come Direttore ma poi BMW mi ha contattato proponendomi questa nuova realtà, Drive Now, e il mio legame con la Germania mi ha portato ad accettare e a prendere le redini di questo nuovo servizio di car sharing.

Ci sono state disgressioni tra quello che pensavate fosse il vostro target e quello che davvero è?

È ancora presto per dirlo. Sicuramente la campagna di lancio è andata bene, difficile dire adesso se rispetta quello che noi ci siamo prefissi come obiettivo di clientela. Però ci concentreremo molto sulla clientela business e sui millennials che se da una parte è vero che non acquistano più tante auto dall’altra però fanno un gran uso del car sharing. 

Quante grandi aziende di auto stanno capendo questo passaggio?

Tante. BMW e MINI sono un esempio in questo: perché stanno riuscendo a mantenere la propria identità di auto di altissima qualità abbinandole a un concetto estremamente contemporaneo. Questo significa saper interpretare la realtà.

Written By
More from Redazione

Quando la memorabilia diventa Funky 

Vi ricordate quando da ragazzini passavate le ore in un negozio di...
Read More