Le misteriose strade del pop francese – intervista ai La Femme.

“Mystère” è il secondo disco dei La Femme, gruppo che ben incarna la nuova onda del pop francese, sulle copertine che contano, da poco passati in Italia, ma state tranquilli torneranno presto, non fatevi trovare impreparati!

La musica dei La Femme è una galassia ipnotica, pop che abbraccia la tradizione francese, tra Yéyé e chansonnier, imbevuta di acidi e colonne sonore western, con un’attitudine a surfare tra punk, synth pop e l’elettronica dei pionieri degli anni settanta. Tra fumetti, cinema, sfingi, acque del Gange, micosi, cosmogonia e notti sulle strade parigine, dove Marlon Magnée, una delle anime del gruppo, ci invita a qualche serata mentre ci racconta tutti i misteri del loro secondo disco.

La copertina di Mystère, il nuovo album dei La Femme illustrata da Tanino Liberatore
La copertina di Mystère, il nuovo album dei La Femme, illustrata da Tanino Liberatore

Ciao Marlon, il vostro ultimo disco è avvolto nel mistero a partire dalla copertina realizzata da Tanino Liberatore. Ci racconti del vostro incontro?

Non sai quanto volte mi hanno detto – “Ami RanXerox, tutti i suoi lavori, devi assolutamente incontrarlo!” E poi è successo, sono molto onorato di averlo conosciuto. All’inizio ero un po’ scettico, ma solo perché siamo tante anime ed io stavo pensando a tutt’altro per la copertina. Ma alla fine abbiamo detto incontriamolo, penso proprio ci possa aiutare dato che tutti amiamo il suo lavoro. Così, in due ore ci ha praticamente illustrato esattamente quello che volevamo e noi eravamo estremamente contenti, semplicemente perfetto, per forza!

La musica dei La Femme è estremamente cinematografica, amate il cinema?

Si, certo. Io sono un vero e proprio cinefilo, conosco un sacco di film italiani, francesi, spagnoli – perché sono per metà spagnolo – ma anche latino americani e americani, insomma, mi piace tutto il cinema!

E se i La Femme dovessero sonorizzare un film, quale sarebbe la vostra scelta?

Probabilmente un film di Quentin Tarantino, per via del suo mix tra azione, omicidi, vitalità e ricerca.

La Femme Mystère

Del resto nella prima parte di “Mystère” emerge subito il vostro amore per le sonorità spaghetti western, penso a “Le vide est ton nouveau prénom” 

Adoro gli spaghetti western, credo siano i più interessanti, non mi piacciono quelli dove John Wayne va in giro ad uccidere qualche nativo americano, scusate, davvero, non sono assolutamente la mia parte preferita. Preferisco gli spaghetti perché c’è tutto un altro tipo di virilità: è più misteriosa e meglio si addice al nostro stile, anche da grandi fan delle colonne sonore di Ennio Morricone.

Ad un certo punto si respira un’atmosfera più urban, tra clubbing e street life, tra “Exorciseur” dove Clémence rappa o le conversazioni notturne di “SSD”. Ci racconti di questa vita notturna?

Sì, c’è la vita notturna a Parigi, ma soprattutto la nostra quando vivevamo a Strasbourg-Saint Denis. Un periodo molto divertente che abbiamo deciso di ricreare, un po’ come una colonna sonora che accompagna un videoclip biografico di quello che abbiamo fatto l’anno scorso. Ed è ancora così, le stesse persone, gli stessi locali, invitiamo tutti ad unirsi a noi per qualche serata allo Star Night o al Le Mauri7.

Vi chiedete dove va il mondo (“Où Va Le Monde”), in bilico tra una dolce decadenza e un surrealismo magnetico. In “Vagues”, che è anche la traccia più lunga, tirate fuori un bellissimo gioco di parole – “La vie qui s’écoule, et la vie c’est cool” – quasi a dire, in fondo, che importa!

Si guarda, sicuramente c’è un sorta di stato di fatto, di quanto succede al mondo, di come le persone possano davvero tirare fuori il peggio di sé. Non vederci nulla di cattolico, è solo la nostra visione personale: non essere cattivo e sii cool. Come nel videoclip di “Où va le monde” è una sorta di cliché del karaoke, di astrattismo generazionale, perché siamo dotati di humor fortunatamente. Sono domande senza risposta, mentre in “Vagues” è un po’ come le onde, ora calme ora rabbiose e poi nuovamente calme: la vita è così, cerca di prenderne atto e stai sereno.

La musica di “Mystère” è un french pop contaminato da tanti generi, in un continuo viaggio nel tempo, come in “Psyzook”, che sembra una sorta di invocazione antica.

“Psyzook”, come suggerisce il titolo è propriamente zouk, o meglio la versione del sole caraibico immaginata dai La Femme che si avvicinano a questo tipo di sonorità.

In “La chemin” si parla di fare cose assurde, come bere l’acqua del Gange, è la vostra purificazione?

“J’ai bu l’eau du Gange, dans mes rêves”, la protagonista diventa semplicemente pazza e cade in questo grande buco nero, o semplicemente un modo per uscire da tutti i suoi problemi. È una canzone della quale sono particolarmente soddisfatto, è piuttosto ambiziosa, per i La Femme rappresenta probabilmente al meglio la ricerca in termini di sonorità all’interno di “Mystère”.

Parte del mistero evocato nel disco arriva dal passato, dalle droghe o dallo spazio profondo. C’è ancora il mistero là fuori o siamo anestetizzati? I luoghi del mistero per i La Femme?

Non so se ho un luogo del mistero preferito, ma credo che il mistero esista ancora, basta cercarlo in luoghi dove perdi ogni sicurezza. Per i La Femme è importante andare sempre in direzioni diverse e con persone diverse. È qualcosa che ci nutre, nutre la nostra musica e l’estetica che permea il nostro lavoro. La via del mistero è totalmente soggettiva, così puoi trovarlo in uno strano bar, in una foresta o semplicemente dietro al tuo letto.

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