Milano Fashion Week, day5. Tra eccessi e sobrietà

Un mix di eccessi e sobrietà caratterizza il quinto giorno della Milan Fashion Week

Un mix di eccessi e sobrietà caratterizza il quinto giorno della Milan Fashion Week

Il penultimo giorno di fashion week si apre con una collezione davvero interessante, quella di Simonetta Ravizza con cappotti, abiti e gonne rigorosamente in pelliccia dai colori forti e stampa animalier.

Anche Marni propone pellicce bicolore e tigrate, con gonne in abbinamento.

Gaia Trussardi fa sfilare la sua collezione chiamata Ready To Wear, divisa nei temi cromatici e stili che contraddistinguono ormai il brand, puntando sulla ricchezza dei tessuti. Vanno dagli anni Settanta a quelli Novanta e sono: urban-boho, collage, navy e biker.

Moschillo, con il marchio Rich propone una collezione di abiti da sera e pellicce anche per lui. Tra i modelli hanno fatto la loro uscita in passerella anche personaggi noti.

Laura Biagiotti porta in scena una linea pittoresca, dedicata alle opere di Alberto Burri, sempre in una sobria eleganza. Le stampe e colori autunnali sono stati ripresi persino sui cappotti.

A proposito di sobrietà, il primo posto in questa giornata lo diamo a Calcaterra. I volumi, le linee morbide e le lunghezze delle maglie sono il suo must. Unici picchi d’eccesso: piume e rouge.

Anche Salvatore Ferragamo si mantiene fedele a questo filone di stile, giocando con abiti smanicati e guanti in contrasto, colori basici e toni forti dell’arancio, viola e turchese. I piumini sono corti, le gonne in pelle o camoscio. Be, Ferragamo è sempre Ferragamo, difficile rimanere delusi!

Poi ci sono loro: Stella Jean, Dolce & Gabbana, MSGM, Au Jour Le Jour, Arthur Arbesser e Maurizio Pecoraro, che di distinguono dai nomi sopra citati per collezioni all’eccesso e stupefacenti.

Stella Jean per la prossima stagione dedica la sua sfilata alla multiculturalità, portando in scena turbanti e veli che incorniciano il viso e che ci catapultano in una concezione completamente differente ma comune grazie al termine moda, che possiede solo un significato, a prescindere dalla cultura di riferimento.

Dolce & Gabbana iniziano con una collezione casalinga di pigiami – che chiaramente non useremo mai per andare a dormire – riproponendo il concetto di vestaglia. Si sposta poi su trasparenze, tulle, pizzi, maculato e barocco, concetti cari ai due stilisti e alla loro concezione del fashion, per proporre infine anche una linea streetwear/chic e una curvy.

MSGM riprende due concetti: quello del velo, utilizzato in questo caso più in versione fazzoletto, attorno a nuca e collo e abbinato a cappellini, e quello del pizzo, declinando le loro versioni in elegante, sportiva, romantica e on the road.

Maurizio Pecoraro come ogni stagione punta su sandali di pelliccia, ormai diventati un suo must che viene riproposta anche sui cappelli. Propone per il prossimo inverno fantasie patchwork e broccati che scaldano l’atmosfera riportandoci alla mente le sensazioni e i profumi dell’autunno.

Casual, ma con una marcia in più è invece la sfilate e collezione di Au Jour Le Jour.

Parola d’ordine: originalità, per look fiabeschi, completi/pigiama e trench pop.

E infine Arthur Arbessere si ispira al film Wings of Desire di Wim Wenders, utilizzando grafiche a quadri, righe e colori precisi, che fanno intendere la necessità di certezza e solidità.

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