Tissot presenta le nuove collezioni tra storia, corse e motori

Tissot presenta le sue nuove collezione a Lugano, nella tana di Kessel
Tissot presenta le sue nuove collezione a Lugano, nella tana di Kessel

Tissot ci ha invitato nella tana di Kessel a Lugano per presentare la sua nuova collezione; il capo dell’azienda ci ospita tra auto classiche, concessionaria e reperti storici dell’automobilismo.

Tissot è un brand storicamente legato allo sport e alle sue icone, da sempre in stretto legame con il mondo dei motori e è per questo che la presentazione ufficiale delle nuove collezioni, Tissot PRS 516 e Tissot V8, è stata fatta a Lugano, nella casa di Kessel, un team vincente nel motorsport oltre che un’azienda solida e attiva nel settore dell’automobilismo di lusso tra restauro, assistenza e riparazioni.

Alla presentazione è stata aggiunta la collezione Tissot Chemin des Tourelles che non è strettamente collegata al mondo dei motori ma è stata presentata come unione tra i due mondi poiché omaggia i 162 anni di attività dell’azienda, nata nel 1907.

Orologi e Automobili, il distacco, anzi «i punti in comune sono molti di più di quelli che si possa pensare – afferma il Brand Manager di Tissot Stefano Carrara- cito solo i primi tre che mi saltano in mente e sono precisione, meccanica e il tempo. Tutto collegato attraverso la passione. L’unica vera arma che può mandare avanti con successo un’azienda per cosi tanto tempo»

L'auto storica Ford Ensign con il brand Tissot
L’auto storica Ford Ensign con il brand Tissot

Tissot si addentrò nel mondo dell’automobilismo nel 1966. Fu il primo contatto diretto con le gare di automobilismo e lanciò sul mercato la collezione PR516 e da quell’istante Tissot non si è mai fermata ed è rimasta dentro il mondo dei motori e delle corse, passando anche alle due ruote diventando anche sponsor di MotoGP.

Ma perché noi di Urban eravamo a Lugano? Tutto nasce dalla collaborazione tra l’azienda di Le Locle e il pilota svizzero Loris Kessel nel 1976. Dopo dieci anni nell’automobilismo Tissot decise di approdare nella Formula 1 appunto con Kessel. Il giovane pilota del Canton Ticino si era già affermato in Formula 3 e in Formula 2. Kessel partecipò a cinque Gran Premi di Formula 1 con una Brabham BT44, motore Cosworth-V8, e gareggiò nei colori del team inglese RAM. Ed è qui che Tissot e Kessel iniziarono la loro collaborazione e a 40 anni di distanza si congiunge nuovamente attraverso una liaison, parola utilizzata con grande frequenza nella giornata di presentazione sia da Stefano Carrara, brand Manager Tissot per l’Italia, sia da Ronnie Kessel, figlio del pilota nonché creatore dell’azienda e adesso a capo della società e Team Principal di Kessel Racing.

Tissot tiene molto a queste collezioni ed è per questo che ha voluto fare le cose in grande mostrando ai giornalisti la tana di Kessel, dalla concessionarie allo show-room, passando per l’ampio spazio dedicato alle vetture da racing e alla loro messa a punto fino al piazzale dedicato al restauro e all’assistenza delle vetture. Kessel è una delle poche azienda al mondo che può vantare la certificazione da parte di Ferrari per mettere mano alle vetture di Maranello. Una mattinata all’insegna della storia delle auto classiche che hanno cambiato il modo di concepire l’automobile. La giornata di presentazione non poteva che chiudersi nel sotterraneo più affascinante della Svizzera, forse d’Europa o del mondo, non conoscendone altri così, prediligo quest’ultima descrizione.

 

Ronnie Kessel fa gli onori di casa e presenta agli ospiti una sala incantevole nelle quale sono presenti alcune delle auto che hanno fatto la differenza nelle corse, e non solo, per Kessel e Tissot. Al fianco della tavolata imbandita per il pranzo ho potuto apprezzare la bellezza della Porsche by Martini Racing, della Renault-Alpine A110 e, tra le altre, la Ensign MN06 Ford, il gioiellino di casa Kessel. Grande ospite di Tissot e di Kessel è il pilota italiano Alex Caffi che a tavola si racconta, dagli esordi fino a oggi: «per la verità ho iniziato con la motocross poi in qualche modo sono finito su un kart e da li è iniziata la mia avventura con le quattro ruote. Passai presto alla Formula 4 poi alla Formula Fiat Abarth. Diventai poi campione europeo nel 1984 in Formula 3 e qualche anno dopo, dall’86 al ’92 gareggiai in Formula 1. Erano tempi in cui se arrivavi sesto valeva come un podio visto che solo i primi sei prendevano punti. Il mio miglior risultato? Sicuramente il quarto posto al Gran Premio di Monaco 1989. Poi ci sarebbe potuto essere un podio ma il mio compagno di squadre dell’epoca, doppiato, mi coinvolse in un incidente. Chi lo sa…ma va bene cosi. Ad oggi continuo a correre e qualche mese fa, insieme a Kessel Classic, abbiamo vinto l’ultima Gran Prix Historique de Monaco».

Tra una portata e l’altra si parla di motori, di auto, di moto e poi si finisce per discutere su Valentino Rossi non come uomo, non come motociclista ma come pilota di Rally e di auto da corsa. Qualcuno lo omaggia a fuoriclasse, qualcun altro non crede al suo talento mentre Ronnie Kessel che ha avuto il piacere di averlo come pilota nel suo team racconta: «Io ero scettico ma è stato incredibile. Dopo qualche giro scende dall’auto e vuole vedere la telemetria. Rimane qualche minuto in compagnia di quei dati e dice okay ho capito l’auto e la pista. Risale in auto e si migliora facendo un ottimo tempo. Ha fatto copia incolla della telemetria, dalla carta al cervello e ha messo in pratica i dati al volante. Io dico solo quello che ho visto ed è stato pazzesco».

Ma passiamo agli orologi. Tissot ha presentato tre collezioni, come anticipato all’inizio di questo articolo, PRS 516, V8 e Chemin des Tourelles. Per quanto riguarda la collezione V8, i nuovi orologi sono caratterizzati da un movimento cronografo Swiss made, impermeabile fino a 100 metri e possiedono un cinturino in pelle forata con fibbia standard. Per quanto riguarda la collezione PRS 516 si rifà alla storia dell’automobilismo. Le novità in questa collezione sono il movimento al quarzo, movimento Powermatic 80, movimento automatico ETA 2825-2 o movimento automatico ETA A05.H31 inserito nei diversi prodotti, fondello a vista e lunetta in carbonio dotata di tachimetro. L’ultima collezione, in uscita a fine anno, Chemin des Tourelles ha un movimento automatico, cassa in acciaio 316 L con fondello a vista e vetro zaffiro bombato antigraffio con trattamento antiriflesso.

La giornata sta per terminare, la presentazione è stata di alto livello, i prodotti Tissot, che sarà possibile trovare da fine mese in tutti i rivenditori, mentre per la collezione Chemin des Tourelles il lancio è previsto a fine anno ma prima di andare via e tornare a Milano ho voluto fare due chiacchiere in esclusiva con Ronnie Kessel.

Quanto è stato importante tuo papà nella tua crescita non solo come uomo ma come appassionato e poi come imprenditore?

Guarda appena ventenne ho preso in eredità l’azienda dopo la morte di mio padre. Lui mi ha dato tanto. Quello che mi ha dato è stato l’insegnamento, mi ha indottrinato, mi ha fatto capire quali sono i valori importanti: lavoro, rispetto e l’impegno. Dall’altra parte ha sempre sperato che crescesse in me la passione per i motori ma senza costringermi o dirmi quanto fosse bello questo mondo. Assolutamente no, anzi mi ha sempre lasciato molto libero di crescere con le passioni che volevo io altrimenti sarei stato influenzato. Questo è stato il mix perfetto perché io il sabato invece che andare al cinema o al McDonald’s con gli amici venivo qui – in azienda – e lavavo per terra oppure toglievo gli adesivi dalle auto da gara. Intanto mi insegnava l’importanza della precisione, del dettaglio, della fatica, della collaborazione. Questo è stato fondamentale. Mio padre non mi ha costretto a fare nulla ma mi ha lasciato qualcosa che oggi è la mia passione.

tempo, precisione e meccanica. Tre parole chiave per Tissot e per Kessel
Tempo, precisione e meccanica. Tre parole chiave per Tissot e per Kessel

A 29 anni come riesci a collegare il tuo lavoro, la tua azienda, la tua passione alla vita privata?
Ho visto un grosso cambiamento di amicizie. Gli amici del campetto da calcio si sono trasformati negli amici del circuito. Sono le persone con le quali corre, non necessariamente del tuo team. L’amicizia e le persone che conosci sono per forza nell’ambiente in cui tu lavori, in cui tu passi più tempo. Certamente i miei amici, alcuni di loro, di infanzia sono rimasti gli stessi ma c’è stata un’evoluzione.

Lo sviluppo tecnologico e mi riferisco alle stampanti 3D, possono influire negativamente nella vostra azienda?
No, oggi non ci sta influenzando perché noi lavoriamo battendo il ferro. Avete conosciuto Elia – colui che si occupa di creare parti di auto da restaurare e lo fa completamente a mano. Un metodo di altri tempi – quando ci siamo resi conto che ci serviva una persona in più nel reparto, abbiamo visionato diversi curricula e abbiamo visto il suo e abbiamo pensa

to ma questo è rimasto agli anni ’70. E invece si è rivelato una nostra forza. Ora abbiamo capito cosa sa fare e tutti ce lo invidiano e ci consigliano di tenercelo veramente stretto. Questa è la differenza, noi abbiamo un livello di artigianato che difficilmente è possibile trovare in altre aziende.

A livello di emozioni, pilota o imprenditore?
E’ molto difficile – sospira e poi risponde – prima pilota e poi imprenditore ma lo switch è stato difficile perché ho dovuto trovare le stesse emozioni e la stessa adrenalina delle gare agonistiche. Quindi la sfida del circuito dove dici ora supero quello davanti a me alla prossima curva, faccio il miglior tempo sul giro o vinco la gara le ho trasformate in oggi vendo un’auto, preparo il team di racing e porto a termine un contratto per un’importante collaborazione. E sono diventate queste le mie nuove sfide anche se ogni tanto gareggio ancora, la prossima sfida sarà a gennaio 2017.

Chiudiamo con una domanda secca alla quale voglio una risposta secca: auto preferita?
E’ difficile sbilanciarmi. Dai, la Ferrari F40 per me è il top!

 

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