Abbottega: un happy hour complicato e deludente

happu hour

È iniziato così un promettente happy hour tra colleghi desiderosi di cocktail e spensieratezza.

“Buongiorno. Vorrei prenotare un tavolo per l’happy hour di stasera. Siamo in 10”. “Non si preoccupi, per l’aperitivo c’è sempre posto, a più tardi”.

Alle 19 in punto ci troviamo da Abbottega, in via Muratori, ma appena varcata la soglia d’ingresso il maître – riconosco la voce dalla telefonata precedente – ci accoglie serafico e scostante: “qui non facciamo aperitivo, alle 8 il tavolo ci serve libero per chi ha prenotato la cena”.

Dopo qualche secondo per capire che non eravamo su Scherzi a Parte e “accomodarci” restava una sola cosa da fare: sedersi, ordinare una bottiglia a testa e spaccare il locale.

happy hourt

Purtroppo l’autocontrollo ha avuto la meglio.

Ordiniamo qualche spritz e qualche calice di bianco sospirando gli stuzzichini d’accompagnamento che non sono mai arrivati. Al loro posto quadratini di focaccia “possa”, per dirla alla milanese, cioè secca, fredda, asciutta.

I centilitri d’alcol sono andati giù più in fretta del previsto e non poteva essere altrimenti. Alle 8 eravamo, come richiesto, già sulla porta ma per dirigerci alla volta di un posto con dei veri drink, dei veri appetizer e soprattutto dei veri camerieri.

Addio Abbottega, a mai più rivederci.

Abbottega
Via Lodovico Muratori 11, Milano

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