Ilaria Clari, classe 1985, vive e lavora a Torino. L’artista rappresenta figure umane senza veli in tutta la loro nudità.
Corpi e creature di diverso genere adagiati su fogli di carta, fatti da velature acquerellate sovrapposte trasudanti di una sessualità estremamente naturale, così naturale da riuscire a metterci a nostro agio anche di fronte a corpi liberi dai vestiti (perchè diciamocelo, nessuno è mai davvero a proprio agio con la nudità).

Nel controverso panorama all’interno del quale un seno esposto per pubblicizzare una moto va bene ma in fila in posta per allattare il proprio figlio non è il caso, le illustrazioni di Ilaria Clari suggeriscono un prezioso insegnamento: i nostri corpi, belli, brutti, magri o grassi che siano, siamo noi e forse dovremo imparare a trattarci tutti con più cura.
Se qualcuno di voi mentre guarda i disegni di Ilaria, dovesse provare o sentire pudicismi e/o risentimenti mi vien da dire che il problema non è dei corpi nudi ritratti ma semplicemente vostro.
L’acquerello non è semplice da trattare per via di alcune tecniche delicatissime, come mai hai scelto questa strada?
L’acquerello è la giusta tecnica, complementare alle tematiche che spesso racconto.
È come se narrassi una storia a bassa voce facendola diventare, così, un segreto. Se usassi un’altra tecnica i miei disegni parrebbero subito più “maleducati”
Le tue opere parlano di corpi, di sessualità, femminismo e sono un invito a guardarsi dentro per scoprirsi migliori, quanto c’è di te nelle tue opere?
Ti direi che c’è tutto di me perché qualsiasi cosa io metta nero su bianco prima viene presa, studiata, destrutturata, guardata e, soprattutto, filtrata.
Cosa è per te la libertà?
La libertà è, prima di tutto, fisica. Patisco terribilmente le brutture estetiche dell’uomo: le strade, il cemento, le macchine, i palazzi fatiscenti, i centri commerciali, i monomarca, e potrei andare avanti all’infinito. Dovremmo vivere tutti molto più a contatto con la natura e gli animali: questa per me sarebbe la libertà fisica e, una volta raggiunta, possiamo iniziare a parlare di libertà mentale.
Hanno mai definito la tua arte violenta?
No, che io sappia no.
Nella tua arte convivono ironia e inquietudine legate dal filo conduttore della sessualità sei d’accordo?
Sì, sono d’accordo. Spesso convivono e spesso sono concetti slegati.
L’arte può, secondo te, reagire alla spinta conservatrice e introdurre una riflessione con un contenuto in un mondo che sembra andare alla deriva spinto da forze in cui c’è molta irrazionalità?
A livello di singolo individuo sì, per un minuto, dieci, un’ora o un giorno (visto che tutto va sempre più veloce) ma a livello globale no, sono molto pessimista.
Cosa pensi del periodo che stiamo vivendo?
Penso che non avrei mai il coraggio di mettere al mondo un figlio! sono molto preoccupata sia per il presente che per il futuro. Il capitalismo, la globalizzazione, la sovrapposizione, la plastica, l’inquinamento, il cambiamento climatico sono la peste nera di questo secolo e credo che per andare avanti dovremmo tornare indietro e questo è impossibile.
Cosa ha ispirato il disegno “le dune di seni/culi?”
Non saprei, stavo disegnando con la stessa concentrazione che aveva mia madre quando scarabocchiava i foglietti al telefono. È uscito così.

Perché secondo te la foto/ immagine/disegno di un culo nudo è socialmente accettata mentre quella di una perdita di sangue mestruale no?
Mah! È praticamente dalla fine degli anni ‘80 che in televisione passano veline seminude con, appunto, sederi e seni in movimento a ritmo di jingle. Di conseguenza una foto statica sfiora quasi i livelli della pudicizia. Il sangue, invece, è legato ad un’immagine più violenta, ma ho sentito parlare di una nuova filosofia che si chiama “free bleeding” che sia lo sdoganamento di una NUOVA ERA? (Hahahhahahhaha)
Che musica ascolti quando crei?
Ti dirò che mi concentro di più quando sono nel silenzio. Anche perché ormai, e ahimè, anche la musica è legata allo smartphone e smartphone è sinonimo di dissennatore. (Per chi non avesse visto Harry Potter, i dissennatori sono quelle terribili anime nere che ti risucchiano la vita. ndr.)
Consigliaci uno o più artisti che secondo te meritano attenzione.
Te ne consiglio uno per ogni categoria : Fumetto – Gli scarabocchi di Maicol&Mirco. Pittura – Guglielmo Castelli. Illustrazione – Faye Moorhouse. Videoarte – James Scorpion Dagger Kerr. Fotografia – Amedeo Abello.