Pete Doherty provoca la folla dal palco del Bataclan di Parigi : “Come on, boys, you gotta choose your weapon: J45 or AK47?”
Ci sarà stata un’ovazione al Bataclan il mese scorso, quando suonando la nuova Hell to Pay at the Gates of Heaven, Peter Doherty ha invitato il pubblico a scegliere tra la storica chitarra acustica J45 e il più tristemente famoso tra i fucili d’assalto.
A distanza di 7 anni da Grace/Wasteland, ecco Hamburg Demonstrations, nuovo lavoro di uno dei più grandi talenti della sua generazione.
Le sue storie in bilico tra alcol e droga hanno minato la sua credibilità dai tempi in cui usciva Kate Moss ma la sua musica resta efficace e solida e lo conferma come un talento degli anni 2000.
Fa davvero sorridere come le sue vicende personali, soprattutto le meno felici, siano state a volte capaci di oscurare le capacità di songwriting di Doherty, che però senza batter ciglio mette per un momento da parte i suoi Libertines, imbraccia la chitarra acustica e torna in versione solista, più intima e confidenziale.
Il disco è stato registrato in sei mesi ad Amburgo con la supervisione del produttore Johann Scheerer, al quale va un merito su tutti: l’aver valorizzato l’istinto e la spontaneità di Peter, senza ricercare una pulizia assoluta e un suono perfetto. Risultato: la vera perfezione.
Hamburg Demonstration il nuovo album di Pete Doherty sfiora la perfezione cantautorale
Ogni pezzo è una gemma in grado di smuovere emozioni, grazie alla combinazione costante di melodie convincenti e ben suonate, atmosfere acustiche con richiami retrò e testi che sanno essere insieme potenti, fragili, sinceri.
Riesce davvero difficile per esempio, evitare una pelle d’oca alta così quando si ascolta Flags From the Old Regime, dedicata e rivolta all’amica Amy Winehouse.
I don’t Love Anyone Peter, but you’re not just Anyone.
Peter Doherty – Hamburg Demonstrations (BMG)