Innamorarsi con “Blood”: il secondo disco di Rhye. Intervista al romantico del sophisti-pop.

“Blood” è il secondo disco di Rhye, progetto del canadese Mike Milosh, uscito lo scorso 2 febbraio per Loma Vista Recordings.

Un album che nasce dalle separazioni del privato e della musica – l’abbondo del progetto da parte del suo primo collaboratore Robin Hannibal – in una fenice di suoni e sentimenti: undici tracce di cosiddetto sophisti-pop dall’irresistibile groove funky, perché al di là della sua voce androgina che cattura al primo ascolto, Milosh ha dato estro al suo passato da batterista jazz, suonando lo strumento in tutto il disco, che acquista così una dimensione più acustica, nonché al suo grande amore per la musica classica nei sipari da camera.

Ce ne ha parlato lui, ma qui vi raccontiamo soprattutto della sua passione per la rappresentazione visiva della musica, in particolare per la fotografia, dove le linee del corpo dell’amata si fondono con il suono sensuale di “Blood”, perfetto per farvi innamorare.

 

Ciao Mike, parliamo del tuo ultimo “Blood”: la prima e l’ultima canzone che hai scritto per il disco? Somiglianze e differenze?

La prima canzone che ho scritto è stata “Waste”, mentre l’ultima è “Song For You”. Sono due canzoni molto spaziose dal punto di vista sonoro, ma a dire il vero la più grande somiglianza è che quando ho iniziato a suonare “Waste” in studio di registrazione, mentre farfugliavo le parole, ho visto un gruppo di ragazzi attraverso il vetro che stavano letteralmente piangendo, cosa che è più o meno successa anche con “Song For You”: c’era lo studio a pezzi.

Tutte le canzoni di “Blood” sono molto importanti, sono gli ultimi due anni della mia vita, ma “Song For You”, non so se è perché è l’ultima che ho scritto, ogni volta mi riporta alla memoria un sacco di ricordi: è una canzone molto speciale. Ho appena finito di girare un videoclip scritto insieme alla mia ragazza.

Un po’ com’è successo per il recente videoclip di “Count to Five”?

Con “Count to Five” è stato differente. Io ne ho solo girato una parte, quello che abbiamo fatto è stato un lavoro di montaggio. Abbiamo chiesto a ballerine in giro per il mondo di danzare: è un’interpretazione femminile della canzone attraverso la danza.

Con “Song For You” è stato un processo differente, abbiamo coinvolto due nostri amici attori, Nathalie e Chris, per cercare di raggiungere l’emozione perfetta della canzone.

Mike, hai una grande passione per la fotografia che arriva fino alle copertine dei tuoi dischi?

Scatto da molto tempo e ho fatto il fotografo per svariate occasioni. È stato molto importante per me scattare la foto di copertina ed è grazie ad una piccola etichetta indipendente che ti è concesso di fare certe cose. La ragazza nella fotografia è la mia ragazza Geneviève: abbiamo scattato fotografie da un anno a questa parte.

La foto principale del disco è stata scattata durante una nostra vacanza in Islanda: lei nuotava in un lago glaciale e poi è uscita, ho visto il suo profilo da dietro e ho iniziato a scattare. Amo molto anche la fotografia a colori, ma la mia idea di “Blood” è in bianco e nero.

La già citata “Count to Five” e “Taste” sono sicuramente le canzoni più pop del disco, anche se “Stay Safe” ha un ritornello che ti perseguita per giorni: «You wanna lay low, you wanna stay safe, let’s make a home».

All’inizio dovevamo fare un videoclip per “Stay Safe”. Adoro il significato della canzone: l’idea di chiedere a qualcuno di fare una casa e di accettare che state insieme, non contro il mondo, ma per costruire qualcosa insieme. Credo sia molto importante e probabilmente quello che ogni persona desidera nella vita. È davvero una bella canzone, spero di riuscire a farci anche un bel videoclip.

Dal piccolo al grande schermo: l’ultimo film che hai amato?

“Chiamami col tuo nome”. È un film bellissimo. Ci sono un sacco di cose che ho amato. Ho amato il fatto che non sia un semplice film gay, ma sia un film d’amore. Non ha trattato l’amore in maniera differente, ma è una storia di due persone che s’innamorano e il film non prova mai ad essere altro che una storia d’amore.

Ho amato molto anche il discorso finale del padre di Oliver: una delle cose più belle che un padre possa dire a chiunque, uno dei momenti più intensi al cinema.

Nel caso non l’abbiate ancora capito, Rhye è un inguaribile romantico, qui c’è il videoclip di “Song For You”, rilasciato proprio oggi in occasione di San Valentino:

 

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