Gabrielle Bonheur. Per tutti Coco Chanel

43 anni fa moriva coco chanel

46 anni fa moriva Coco Chanel, la donna che ha rivoluzionato la moda femminile con il little black dress.

Quarantasei anni trascorsi dalla sua morte e ancora oggi un data, il 10 gennaio, che rimane nel cuore. Una storia, la sua, tra romanticismo e lotte sociali, combattute per l’emancipazione delle donne e per i loro valori, in un mondo ancora poco pronto e percepirle come figure autonome e indipendenti.

Dal 1910, anno in cui aprì la sua prima boutique, al 1913, si ebbe una rivoluzione storica sul fronte femminile, che cambiò totalmente anche la visione dello corpo della donna, strizzato all’interno di corsetti. Fino al 1918 in cui il civico 31 di Rue Cambon divenne sede della ormai affermata maison di moda, e al 1921, in cui Coco lanciò il suo primo profumo, il famoso Chanel N°5.

Poi il tailleur e la Chanel 2.55, borsa icona, e 58 anni di puro successo. Fino al 1971, anno della sua morte che nel 1983 vide come successore Karl Lagerfeld, suo tutt’ora Direttore Artistico.

Ma cos’è Chanel? Che cosa rappresenta ancora?

Coco Chanel stravolse il mondo della moda introducendo il colore nero prima di allora usato solo in segno di lutto.

Chanel non è solo un marchio di moda e non lo è mai stato. E’ quell’oggetto, quella fragranza o quel capo, qualunque esso sia, che ogni donna desidera possedere più di qualsiasi altra cosa. Non perché esso sia un cappotto, una borsa o un rossetto, ma perché esso è storia. E’ esattamente un pezzo del passato che in qualche modo si vuole possedere. E’ un infanzia infelice, è passione, eleganza, amore, indipendenza, è un senza tempo. E’ paura e coraggio. Insomma, è donna, nelle sue mille sfaccettature.

Gabrielle era esattamente quel tipo di donna. Vestiva da uomo.

Un maschiaccio che stravolse i canoni di un’intera epoca con determinazione, classe e con al collo una collana di perle. Il suo era un inno alla semplicità e alla praticità, per donne che fossero padrone della propria vita e futuro, lavoratrici e indipendenti.

L’Hotel Ritz di Parigi era ormai la sua casa. La vecchiaia era un impedimento e la morte non la spaventava. Come avrebbe potuto. Altrimenti non sarebbe stata Coco Chanel e non avrebbe capito che quello era esattamente il suo momento, quando sdraiata sul letto pronunciò l’ultima sua frase: <<Ecco, così si muore>>.

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