Valerio AiolliSe nel primo romanzo, “Io e mio fratello”, evocava l’Italia della sua infanzia, quella degli anni Sessanta, con “Nero ananas” Valerio Aiolli si sposta al decennio successivo, dal “botto” di Piazza Fontana al “botto” della questura di Milano: quattro anni fra due stragi (1969-1973) puntellati da pagine intime di biografia romanzata. Classe 1961, è l’autore più anziano presente nella dozzina e cerca di entrare per la prima volta in cinquina aiutato dal suo editore pure “debuttante”, Voland.
Paola CeredaPrima volta anche per Paola Cereda, con l’opera quinta “Quella metà di noi”: romanzo corale che vede tante storie attorno alla maestra in pensione Matilde Mezzalama, che accetta il lavoro da badante di un anziano ingegnere in una casa già popolata dalla moglie di lui e dalla cameriera. Siamo a Torino, dove Cereda si è laureata in Psicologia e vive e lavora fra vari pellegrinaggi. Finalista al Premio Calvino per ben due volte, è edita dalla piccola casa editrice di Giulio Perrone.
Benedetta CibrarioPadre torinese, mamma napoletana, ma dopo tante città italiane Benedetta Cibrario si trasferisce in Inghilterra, dove tuttora vive, con suo marito e i quattro figli. Gli anni “del trasloco” sono indispensabili a partorire un romanzo sul rapporto tra uomo e Storia, “Rossovermiglio” (Feltrinelli), pubblicato a 45 anni e vincitore del Premio Campiello. “Il rumore del mondo” segna la sua prima volta con Mondadori: ambientato nel XIX secolo, è un romanzo insieme storico e psicologico.
Mauro CovacichSecondo classificato nel 2015 con “La sposa”, vincitore della Selezione Campiello due anni dopo con “La città interiore”, il triestino Mauro Covavich ci riprova adesso con “Di chi è questo cuore”, sempre pubblicato da La nave di Teseo, romanzo che ruota, come dice il titolo, a una piccola anomalia cardiaca dell’alter-ego del protagonista: uomo che ha le sembianze e il nome dello scrittore, raccontato dentro e fuori alla casa della sua fidanzata, durante le trasferte di lavoro, solo e insieme a lei.
Claudia DurastantiNata a Brooklyn nel 1984 da due genitori sordi, Claudia Durastanti si trasferisce in Basilicata, con la madre, all’età di sei anni: proprio alla figura materna è dedicato “La straniera”, il suo quarto romanzo – memoir con tratti di saggio diviso in cinque parti: Famiglia, Viaggi, Salute, Lavoro & Denaro, Amore. Più un’appendice: Di che segno sei? Partendo dall’incontro dei genitori, Durastanti ripercorre tutta la loro vita – e, inevitabilmente, la sua – raccontando soprattutto cosa significhi la disabilità.
Pier Paolo GiannubiloIl “risolutore” è colui che scioglie i problemi internazionali, un agente dell’intelligence con licenza di uccidere – ma è, anche, Gian Ruggero Manzoni: pronipote di Alessandro e cugino di Piero, pittore e poeta realmente esistente e tuttora vivo, che si racconta allo scrittore e docente Pier Paolo Giannubilo in una manciata di giorni e molte sigarette. In copertina c’è scritto “romanzo”, ma «si può considerare una storia vera?» chiede un giornalista del TG5 all’autore. «È una storia vera» dice lui.
Marina Mander“La prima vera bugia”, nel 2011, impose il nome di Marina Mander – giornalista e scrittrice triestina piena di gatti – in molti Paesi europei e negli Stati Uniti, dove ha poi scritto per il New York Times. Adattato per il teatro col titolo “A corto di bugie”, quel suo secondo libro è ora ristampato da Marsilio, che la propone allo Strega con “L’età straniera”: storia di un adolescente che si ritrova a dover convivere controvoglia con un ragazzino rumeno tolto alla prostituzione, in una Milano quasi crepuscolare.
Eleonora MarangoniMadre italiana e padre inglese, ma ormai orfano, Thomas G. Edwards riceve in eredità una sorgente d’acqua minerale, un vulcano inattivo e una pensione scalcinata in un’isola siciliana. Parte, con moglie e figlio, per andare a firmare le pratiche e così prende il via “Lux”, primo vero romanzo della saggista Eleonora Marangoni, autrice di libri su Proust e la pittura. Con questa stessa opera, nel 2017, ha già vinto il Premio Neri Pozza, indetto dalla casa editrice che la pubblica.
Cristina MarconiGiornalista freelance, a Londra da sette anni, Cristina Marconi potrebbe diventare la quinta esordiente a vincere il Premio Strega: prima di lei è successo infatti solo a Ennio Flaiano, Raffaele La Capria, Alessandro Barbero e Paolo Giordano. “Città irreale”, edito da Ponte alle Grazie, è la storia della 26enne Alina che si trasferisce a Londra da Roma, nel 2008, alle soglie della crisi britannica: ultima di una generazione di accolti, riscrive il concetto di appartenenza.
Marco MissiroliClasse 1981, nasce a Rimini ma studia tra Bologna e Cesena e si laurea, dopo i corsi della scuola Holden, con una tesi dal titolo “L’oggetto culturale bell’industria italiana. Il caso del Signor M.”, che non è lo stesso M. di Scurati. “Senza coda”, il suo romanzo d’esordio, ottiene il Campiello all’Opera Prima nel 2006. Tornerà da Confindustria Veneto col quarto romanzo, “Il senso dell’elefante”, dopo aver racimolato il premio Comisso, il Bergamo e prima del SuperMondello. “Fedeltà” è il suo primo titolo con Einaudi.
Antonio ScuratiAntonio Scurati fu definito “l’eterno secondo” dopo che, nel 2014 e prima ancora nel 2009, si vide soffiare il Premio Strega da sotto al naso: nel frattempo, in compenso, ha vinto il Campiello una volta e mezzo, l’Alasso Centolibri, il Mondello. “M. – Il figlio del secolo” è il primo volume di una trilogia su Benito Mussolini destinata a raccontare la storia italiana dal 23 marzo 1919, giorno della fondazione dei Fasci di combattimento, al 1945: si parla di una sua vittoria già dallo scorso anno.
Nadia TerranovaAutrice per l’infanzia, collaboratrice di numerose testate, Nadia Terranova entra nella dozzina del Premio Strega col suo secondo romanzo, “Addio fantasmi”, pubblicato ancora una volta da Einaudi. Racconta la storia di Ida, nata come lei a Messina e trapiantata come lei a Roma – ma che si vede costretta a tornare a casa per la vendita improvvisa dell’appartamento in cui è cresciuta, appartamento che nasconde una scatola rossa di estrema importanza. Il romanzo sarà tradotto in USA da Anne Goldstein, traduttrice dei volumi di Elena Ferrante.