Bike sharing addio: il comune di Milano ci pensa.

Servizio Bike Sharing a rischio per Milano, secondo l'Assessore alla mobilità Granelli: «il servizio costa troppo, gli accordi vanno rivisti».

Brutte notizie per la città di Milano o meglio, gira voce che il servizio di Bike Sharing sia a rischio perché secondo l’Assessore alla mobilità Granelli: «il servizio costa troppo, gli accordi vanno rivisti».

Il Bike Sharing fu ideato da Luud Schimmelpennink, un inventore, ingegnere, imprenditore e politico olandese, che alla fine degli anni ’60, lanciò il White Bicycle Plan, con l’obiettivo di diminuire il traffico motorizzato all’interno della città di Amsterdam. Le bici furono rubate ed il tentativo fallì miseramente.

Però negli anni tutto è cambiato, il sistema ha trovato un matrimonio perfetto in molte città del globo sopratutto a New York e Parigi. Attualmente Milano, è la città che ne usufruisce di più in tutta Italia anche se tira una brutta aria in questo settore.

Infatti questo “maledetto” contratto di rinnovo con l’azienda che gestisce questo servizio è stato posticipato di 30 giorni, in modo da chiedere più trasparenza al gestore. Attualmente solo a Milano il servizio ha contato oltre 4 milioni di prelievi nel 2016, di cui 542.000 solo per le bici elettriche.

La pedalata assistita è quello che potrebbe subire un notevole stop, 70 stazioni, come quella nuova in via Calvino, con i pannelli fotovoltaici istallati sul tetto, hanno bisogno di ricarica e manutenzione giornaliera.

Quindi urge un accordo tra il comune di Milano e Clear Channel, l’azienda che gestisce tutto questo tipo di servizio. In realtà la situazione non è proprio in cattive acque, c’è chi è messo peggio come la città di Napoli, dove il bike sharing è bloccato da sette mesi.

Una delle soluzioni che potrebbe sbrogliare questa matassa di accordi è aumentare la pubblicità che addobba le stazioni di utilizzo, infatti, attualmente è presente solo in 20 impianti. Con questo maggiore ingresso economico si potrebbe anche migliorare un servizio che a volte ha delle carenze, soprattutto nella manutenzione costante delle biciclette.

La cosa però più divertente è che questa cura viene effettuata da addetti specifici che girano con un furgone a diesel, quindi non il massimo della coerenza per un azienda che promuove il trasporto ad emissione zero.

Sarebbe un peccato abbandonare un servizio così comodo sfruttato al massimo dai cittadini nel proprio quotidiano, sopratutto in questo periodo dell’anno dove si sta per andare incontro all’esteta.

Speriamo che la questione si risolva al più presto.

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