Mighty Oaks: nuovo album e tour a maggio.

Mighty Oaks By Bella Lieberberg
Mighty Oaks By Bella Lieberberg

Dopo 10 anni di concerti in tutto il mondo, due album, quattro ep e dopo aver condiviso il palco con artisti del calibro di Kings of Leon, The Lumineers e Chvrches, i Mighty Oaks pubblicano ALL THINGS GO“, il loro terzo album.

Il trio indie-folk con base a Berlino MIGHTY OAKS è composto da Ian Hooper (USA), Claudio Donzelli (Italia) e Craig Saunders (UK). Li abbiamo intervistati in attesa di vederli suonare in Italia:

Ciao ragazzi, credo che la storia della vostra band sia molto affascinante. Mi spiego meglio: provenite tutti e tre da diversi paesi, non vi conoscevate fino a quella fatidica serata in Amburgo, ma sembra davvero che vi conosciate sin da quando siete piccoli, e questo aspetto viene fuori anche dalla vostra musica. Come è possibile?

Probabilmente perché nel corso degli anni abbiamo davvero passato tanto tanto tempo a stretto contatto. Comporre e andare in tour insieme comporta che abbiamo condiviso più noi in un periodo di tempo condensato che vecchi amici in un periodo più dilatato. E in questi anni abbiamo imparato qualcosa non solo su di noi, ma anche sulle nostre famiglie. Ecco perché quando Ian scrive canzoni che riguardano la sua famiglia, noi lo comprendiamo completamente, anche se non eravamo là durante il fatto.

Questo nuovo lavoro contiene più sfumature e meno suoni tradizionali, come se fosse una sorta di messaggio di libertà, corretto?
Esattamente, è un album decisamente più colorato e ci sono meno suoni tradizionali, sì, ma questo non vuol dire che abbiamo abbandonato completamente il nostro vecchio sound. Ci sono ancora tante chitarre acustiche, mandolini e piano. Abbiamo voluto metterci alla prova e spingerci verso suoni ed elementi nuovi per noi, che fino ad allora non avevamo mai preso in considerazione. Il nostro produttore Nikolai è stato fondamentale per aiutarci a raggiungere questi luoghi sconosciuti.

Mighty Oaks By Bella Lieberberg
Mighty Oaks By Bella Lieberberg

Lo scorso inverno avete aperto il tour europeo dei The Lumineers, vi va di raccontarci come vi siete conosciuti e come è stata questa esperienza?
Già nel 2013 avevamo avuto l’occasione di aprire un loro concerto e ho dei bellissimi ricordi di quel live. Ecco non so dire se anche loro se lo ricordano 🙂 ma ci hanno riproposto qualche mese fa di fare da opening per il loro tour europeo. È stata un’esperienza davvero grandiosa: fare da opening può essere davvero faticoso a volte, ma con loro si è rivelato un momento speciale da ricordare. Sono persone alla mano e sono circondate da un team meraviglioso che ci ha fatto sentire sempre i benvenuti. Ci siamo davvero trovati bene e abbiamo avuto l’onore di unirci a loro per l’ultima loro canzone ed è stato pazzesco.

Sarete presto in tour in America, Europa e Italia e abbiamo visto che alcuni concerti sono già sold out. Vi aspettavate tutto questo? Come vi sentite? 
Suonare live è ciò di cui viviamo e credo che l’energia che portiamo sul palco e durante i nostri show sia qualcosa che il pubblico apprezza davvero di noi. Questi elementi creano un legame con le persone e credo sia questo il motivo per cui abbiamo avuto la fortuna negli ultimi anni di suonare in concerti sold-out. Ovviamente sapere che c’è gente che apprezza la nostra musica ci emoziona tanto. C’è così tanta offerta di musica al giorno d’oggi che noi di certo non diamo nulla per scontato.

Secondo voi che periodo sta vivendo il folk oggi all’interno dell’industria musicale? 
Credo ci sia ancora tanta musica folk nell’industria musicale, ma forse devi cercare un po’ di più per trovarla, ma c’è. Le cose sono sicuramente cambiate da quando abbiamo pubblicato il nostro primo album nel 2014. All’epoca, ad esempio, la nostra tipologia di musica la potevi sentire spesso alle radio, oggi non è più così.

So che tutti voi avete figli e spesso nei vostri testi denunciate la velocità, l’estrema digitalizzazione e la mancanza di umanità tra le persone. Come condiziona questo la vostra vita di tutti i gironi con le persone che amate?
Credo che la risposta migliore sia essere consapevoli della cosa e fare in modo di non abbassare troppo la guardia su questa estrema digitalizzazione di tutto. Siamo spesso noi stessi colpevoli di passare troppo tempo guardando il cellulare, che si tratti di dare un occhio ai social media, rispondere a una mail, organizzare l’aspetto logistico di un tour. C’è sempre qualcosa che ha l’urgenza di essere fatto, o pianificato, ma credo che qualche volta sia importante ricordare a noi stessi che bisogna fare un passo indietro rispetto a tutto questo, rallentare un po’ le cose e passare del tempo ‘di qualità’ con la nostra famiglia e i nostri amici, specialmente quando siamo a casa tra un tour e l’altro. Credo che sia così per la grande maggioranza di cose nella vita… è una questione di giusto equilibrio.

C’è una canzone del precedente album che potrebbe essere inserita in questo nuovo disco? Se si quale e perché? E in All Things Go qual è la canzone che preferite suonare live?
Credo che The Great Unknown sia un pezzo del precedente disco che potrebbe essere inserito bene in questo. Tornando al periodo in cui lo abbiamo scritto mi ricordo che abbiamo provato ad aprirci a nuove strade, fino ad allora mai percorse e in qualche modo ha anticipato la posizione di apertura verso il nuovo che caratterizza All Things Go. Per quanto riguarda la canzone che preferiamo suonare live credo che I Need You Know sia molto divertente da suonare live, ha un bel groove e una buona dose di energia.

Come saranno i vostri show qui in Italia? Che cosa ci dobbiamo aspettare? 

Abbiamo suonato diverse volte in Italia negli anni e devo dire che abbiamo sempre ricevuto un’ottima risposta dal pubblico. In questo tour italiano c’è anche la magia di suonare a Bologna, a casa di Carlo, sarà pazzesco per lui e anche per noi. Noi abbiamo spesso detto che partecipare a un nostro concerto è un po’ come fare un viaggio: da canzoni piene di energia e quelle più intime e personali e tutto ciò che sta nel mezzo! Inoltre è sempre molto divertente suonare canzoni nuove e canzoni più vecchie insieme, rende il viaggio molto più interessante. Non vediamo l’ora di tornare da voi in Italia, clima meraviglioso, persone accoglienti, ottimo cibo e vino grandioso!

In Italia per tre date da non perdere:

25 maggio – Bologna, Locomotiv
26 maggio – Roma, Monk
27 maggio – Milano, Magnolia

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