Ritornello al futuro: zombie, punk e San Remo in fiamme!

Ritornello al futuro è l’ultimo romanzo di Gianni Miraglia, edito da Baldini&Castoldi. Nelle duecento pagine di Miraglia, va in scena una storia sarcastica sulla scena musicale italiana, che vedrà protagonista una band di zombie-punk capitanata da Luigi Tenco. Follia? Sì, ma di quella giusta!

C’è un problema con la letteratura italiana contemporanea: è una gran rottura di coglioni.

Storie di brigatismo; abusi sessuali incestuose che nemmeno nella miglior tradizione masturbatrice su Youporn; autocelebrazioni della propria cultura; famiglie che ti condizionano anche nel modo di vestire… poco divertimento, troppa seriosità. Lo scrittore pare che debba essere per forza un disagiato, uno che ha la morte nel cuore, uno oscuro e misantropo, un po’ un Moresco, via.

Qui no. In Ritornello al Futuro (Baldini&Castoldi) si sfascia tutto. Senza pagare il conto. Pura anarchia.

Gianni Miraglia, nel suo ultimo romanzo, ti fa davvero morire (e risorgere, ché si parla di Zombie) dalle risate. Ogni tre, quattro righe c’è una considerazione, un’azione o un dialogo che ti rallegrano la giornata; anche se fuori piove il capo ti sta addosso e la tua ragazza vuole necessariamente portarti a vedere l’ultimo film di Woody Allen pur sapendo che è mercoledì e c’è la Champions.

La storia è molto semplice: nel mondo ci sono gli zombie. Non sono così cattivi, di certo non come quelli di Dylan Dog. Anzi. Rimangono anche piuttosto fisicati, possono tirarsi a lucido con addominali e steroidi. Però vengono ghettizzati. Adesso sono loro gli abitanti dei quartieri popolari, “perché i poveri li hanno delocalizzati in Corea”, così ci dice la voce narrante.

Chi è il narratore?

Il narratore è lo zombie di Luigi Tenco, il maledetto, il figo della madonna, già già già. Ha come vicino di casa Lucio Dalla, che alleva tipo 120 canini per campionarne i guaiti.

Luigi ha un sogno: convocare una sorta di all-star del punk, fondare una supermega band composta dagli zombie dei più grandi punk: Sid Vicious, Kurt Cobain, Ian Curtis, “quello dei Ramones”, e sbranare Sanremo. Letteralmente? Beh, leggete il libro, cabrones, e vedrete. Il nome della band sarà Dead Pertinis. Faville, signore e signori.

Per facilitarsi l’ascesa alla vittoria del Festivàl, i Dead Pertinis rapiscono anche i principali volti noti dello star-system musicale. E’ bellissimo vedere Laura Pausini che si atteggia a figa universale mentre Johnny Thunders dei New York Dolls vorrebbe solo squartarla.

Un’orgia delirante, questo è il libro di Miraglia. Le frecciate al curaro sulla scena musicale attuale sono tutte azzeccate. C’è una discreta considerazione per Fedez “se un ventenne di successo ti riconosce una certa dignità, vuol dire che qualcosa stiamo facendo”, dice Tenco zombizzato. Jake la Furia invece si converte al radicalismo islamico e fugge in Siria. La critica musicale? Beh, quella “Appena qualcosa sa di impegno e cultura gli addetti a recensioni e pagine dell’arte si genuflettono per parlarne bene.”, e direi uno a zero palla al centro.

Come addensante definitivo, poi, c’è una storia d’amore confusa tra Tenco, Dalida e Dalila di Lazzaro. Lui è rincoglionito e non capisce che digita male su Google il nome Dalida, e s’innamora dell’attrice friulana invece che cercare il suo vero unico grande amor.

Che altro dire?

Ah, che Cobain e Ian Curtis, incaricati di rapire Fedez, rapiscono per sbaglio l’esimia mente illuminata del buon Maurizio Gasparri, il quale a sua volta s’innamora del progetto e decide di farsi zombizzare e adotta il nome di battaglia Billy Laido e si mette a cantare facendo una voce davvero grunge. Che c’è la brigata Bel Paese come antagonista degli Zombie. Gente che va in giro coi martelli tipo quelli dello stemma del West Ham e spappola il cranio ai supposti mortiviventi. Tenco si strofina e annusa le mutande della Pausini e il reggiseno di Emma. Cobain e Curtis che ballano assieme a Iggy Pop “Gioca-Jouer” di Cecchetto.

C’è tanta devianza, in questo libro, ma è una devianza che t’attira e ti fa sorridere.

Grande Gianni Miraglia.

Punk è Bello!

 

 

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