#DontCallMeNerd: un bunker a quattro ruote chiamato Monolith

Monolith, immagine di Massimo Carnevale
Monolith, il fumetto di Roberto Recchioni disegnato da Mauro Uzzeo e LRNZ

Monolith: Primo Tempo di Roberto Recchioni, Mauro Uzzeo e Lorenzo “LRNZ” Ceccotti è stato presentato a Lucca Comics and Games 2016, 96 pagine per 16 euro, edito della Sergio Bonelli Editore.

Fine primo tempo. Ma come, ho appena iniziato ed è già finito? Eh si, quel vuoto, quel senso di spaesamento e spiazzamento misto a quell’insensata voglia di trovare un modo per saperne di più, per andare avanti, per capire come il nostro protagonista, in questo caso la nostra, riuscirà ad andare avanti, a superare gli ostacoli e a uscire dal mucchio di letame da cui è stata sepolta.
Immagine tratta da Monolith

Monolith di Roberto Recchioni è un racconto, una visione non distante da alcune puntate di Black Mirror, la serie evento di Netflix che ci sbatte in faccia un futuro comandato dalle macchine, dalla tecnologia. Un’intelligenza artificiale che ci ha completamente avvolto e ci ha fatto immergere nell’ennesima realtà immersiva, aumentata, una realtà visionaria dalle doppia faccia: quella fantastica, dolce che ci facilità la vita e quella bastarda che ti colpisce dove fa più male e sai benissimo che quella tecnologia che tanto hai desiderato, hai bramato, per vivere meglio, adesso ti si ritorce contro e quanto torna fa male, molto male e lo sai che non potrai mai sottrarti al destino che l’era digitale ti ha imposto senza che tu manco te ne accorgessi, ormai è finita. Non puoi reagire. Sei fottuto.
L’inquietudine di Black Mirror viene trasmessa anche dall’ultima fatica del fumettista romano, soggetto e sceneggiatura, mentre ai disegni e ai colori hanno lavorato Mauro Uzzeo e Lorenzo “LRNZ” Ceccotti, entrambi spaventosamente visionari nell’attualità dell’argomento con tavole davvero dettagliate, pulite e allo stesso tempo talvolta sporche per citare il testo dell’autore, per assecondare la sua visione. Una sinergia potentissima.

Ma cosa diavolo è Monolith? Avete presente un bunker militare? No, nemmeno io però diciamo quello che ci viene mostrato nei film post apocalittici oppure da guerra termo nucleare e metteteci a ‘sto bunker quattro ruote motrici e a bordo una tecnologia d’ultimissima generazione, anzi di generazione futura. Ecco, una Supercar, quella della serie televisiva degli anni ’80 con David Hasselhoff, impenetrabile e perfettamente comandabile comodamente da smartphone. Ah, il volante è un plus come le nuove drive-less, più o meno. Dentro quest’auto state una favola, nessuno vi può disturbare, siete un carro armato elegante, comodo e sicuro. Ma se invece di essere chiusi al suo interno, in totale comfort, vi ritrovate maledettamente esclusi dalla temperatura gioviale e dolce della sua tecnologia, fuori allo scoperto, nessun riparo, nessun controllo sul bunker 2.0 e all’interno qualcosa di prezioso, di piccolo, indifeso e prezioso. Qualcosa di cui non potete fregarvi, qualcosa di vostro nel senso più puro e meno ossessivo possibile. Qualcosa come vostro figlio? L’intelligenza artificiale vi ha fottuto o forse non è cosi intelligente come ci piacerebbe che fosse. Manca di sensibilità, caratteristica riconducibile all’uomo, alla carne, al sangue non a una fredda, asettica, copia robotica.
Monolith ti proteggerà

Monolith diventerà un film. Dalla carta stampata al cinema. Sergio Bonelli Editore e Sky uniranno le forze, anzi le hanno già unite e presto, arriverà nelle sale cinematografiche un film, un racconto, una storia di un futuro verosimile da cui difficilmente potremo sfuggire e comunque sarebbe troppo tardi.

Recchioni racconta questa nuova tecnologia, quest’auto, Monolith, appunto. La perfezione su quattro ruote se guardate il mondo dall’interno ma bastarda e imprevedibile se ne sarete esclusi.

La famiglia sfasciata, protagonista della disavventura, dovrà affrontare un enorme problema. E’ come se foste legati a una sedia con la televisione accesa e sullo schermo va in loop il dibattito tra Berlusconi e Prodi del 2006 e il telecomando è caduto, perso o distrutto non importa. Il problema è che non potete fermate quell’atrocità, non potete togliere lo sguardo, il pensiero, l’attenzione da quel problema. Come reagireste, come chiedereste aiuto e come risolvereste la situazione?

Molto semplice basta seguire queste semplici regole…Fine primo tempo.

 

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