Izi ci ha presentato il suo nuovo disco in un’ esperienza meglio di Black Mirror

La settimana scorsa siamo stati ospiti della presentazione del nuovo album di IziAletheia, in una location molto particolare poco fuori il centro di #Milano.

Personalmente aspettavo con molta attesa l’uscita del suo nuovo album perché tra gli addetti ai lavora si parlava di un cambiamento rispetto ai precedenti album.

Quando sono arrivato al posto una volta fatto il riconoscimento da giornalista mi è stata data una parola d’ordine:

Resilienza
/re·si·lièn·za/
sostantivo femminile.
Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.

Mentre percorro il lato di un edificio con un cantiere sulla sinistra, penso: cazzo! Izi come pochi altri trapper è veramente uno che conosce o che vuole conoscere la lingua italiana.

Poco dopo noto un buttafuori che oltre a chiedermi la parola d’ordine, mi apre una porta che affaccia su delle scale buie retro-illuminate solo da luci fluo.

Alla fine della rampa mi accoglie una dottoressa che mi fa firmare delle liberatorie dentro un set in stile manicomio con rumori di sottofondo e delle frasi pronunciate da IZI, tra cui  quelli di Charles Bukowski:

Alcune persone non impazziscono mai.
Che vite davvero orribili devono condurre.

In questo momento ho percepito di esser proprio “vittima” di un esperimento proprio come  in una serie televisiva di Netflix, da Black Mirror a Maniac… scegliete voi lo scenario che preferite.
Un dottore mi spiega cosa mi accadrà anzi cosa ci accadrà perché nel mentre mi ritrovo con altre persone di cui ignoro ancora oggi i loro nomi.

Ci dicono che il nostro cambiamento sta per avvenire e che ci saranno somministrate delle pillole con la possibilità di scelta tra una rossa e una blu.

Scelgo la blu per vari motivi che non sto qui a spiegarvi ma vi consiglio nella vita di scegliere sempre il blues a prescindere dai contesti in cui vi trovate.

Avevo ragione, quelli che hanno preso la pillola rossa vengono portati via ed incontrano una matta con la flebo attaccata ad un mini amplificatore, poi spariscono in un altra stanza.

L’attesa con i loop di queste frasi sulla pazzia è deleteria, i pensieri fanno a cazzotti con i sentimenti della propria vita. Poi se ne hai passate tante o se ti sei ritrovato davanti allo specchio guardandoti negli occhi cercando te stesso e quello che sei veramente, allora il tempo non passa mai.

Finalmente però veniamo invitati anche noi nel cambiare stanza e finalmente arriva l’ascolto esclusivo del disco attraverso delle cuffie senza fili. La stanza è buia non si vede niente ma la musica e le parole di Izi guidano tutte le immagini della propria immaginazione.

Dopo quasi due anni di silenzio, posso dire che“Aletheia” è una bomba!

Aletheia” raccoglie il frutto di anni di ricerca, di riflessione e di lotta costruttiva riguardo tutto ciò che finora è stato nella vita di Izi, personale ed artistica.

Durante l’ascolto mi ha scioccato l’apertura improvvisa dei tendoni neri, dove riconosco Izi colpito da varie scosse mentre la musica s’interrompe.

Finalmente ha cercato nuove chiavi di lettura della sua realtà costruendosi una propria visione spirituale dell’esistenza.

Letteralmente, “Aletheia” descrive “lo stato del non essere nascosto / dell’essere evidente”, un momento di disvelamento, uno squarcio.

L’approccio alla scrittura di Izi si ispira a grandi nomi del cantautorato come Battiato, Brassens, De Andrè, Johnny Cash, Capossela e artisti contemporanei come Masego e James Blake: voci di cui Izi sente vicino il “soul”, musicale o figurato, legate indissolubilmente al proprio e altrui inconscio.

Ed è proprio questa ricchezza e varietà di riferimenti a fare dei testi di Izi uno splendido esempio di trap d’autore.

La scelta delle collaborazioni e delle strumentali, tra protagonisti assoluti della scena italiana e internazionale e alcune delle promesse del beatmaking e della scena rap, è coerente con il messaggio di “Aletheia”, una coralità di voci in grado di adattarsi a tutte le sfumature del disco: dai featuring con Sfera Ebbasta e Speranza alle produzioni di David Ice, Charlie Charles, Tha Supreme, Mace, High Klassified, Maaly Raw, Heezy Lee, Josh e Bijan Amir e Frankie P.
L’artwork del disco è stato curato da Alessandro Spreafico, realizzato da uno scatto del fotografo Alessandro Treves.

Dopo l’ascolto, l’unica cosa che posso dirvi è

DON’T SLEEP OOOON thissssS!

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