Le Good Vibes di Mahmood

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Partecipò alla sesta edizione di X Factor e non abbiamo problemi nel dire che Mahmood è l’artista che sta facendo il percorso più interessante non che la musica più innovativa rispetto a chiunque altro uscito dal talent in Italia.

Ascoltate il suo EP Gioventù Bruciata e sarete d’accordo con noi. Lo abbiamo visto per la prima volta tra i concorrenti di X Factor nel 2012, poi è stata la volta di SanRemo con le nuove proposte nel 2016.

Canta bene e scrive anche meglio, basta ascoltare il suo primo e.p. Gioventù Bruciata, una sintesi contemporanea urbana sia nei suoni che nei testi, in cui parla con onestà di se stesso e del mal di vivere dei giovani d’oggi, di Milano, la sua città e dei suoi genitori: mamma italiana e papà egiziano.

 

La sua abilità nella scrittura non è passata inosservata, Mahmood è sempre più richiesto, ha scritto per Fabri Fibra (il primo a credere in lui), Gue Pequeno, l’ultimo singolo di Marco Mengoni Hola e quella Nero Bali che ha fatto ballare la nazione l’estate scorsa.

Oggi è tra i finalisti per Sanremo Giovani 2019 con il brano Gioventù Bruciata che titola il suo primo ep. Per farla breve: nel nostro futuro vogliamo più Mahmood.

SEI UNO DEI GIOVANI AUTORI CHE STANNO FACENDO COSE INTERESSANTI IN ITALIA, HAI SCRITTO PER GUE PEQENO, MENGONI, FIBRA, TAKAGI E KETRA, SOLO PER CITARNE ALCUNI, QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Mi sono avvicinato alla scrittura nel 2015, i pezzi presenti nell’ep sono stati scritti negli ultimi due anni, ho lavorato moltissimo per ottenere il livello di scrittura che ho oggi spronato dalla mia etichetta, non sai quanto materiale ho buttato via.

Ma posso dire che la persona che più mi ha spronato a scrivere è stato Fabri Fibra dopo che abbiamo scritto insieme Luna, all’epoca avevo pubblicato solo una canzone che è Dimentica, ma Fibra si è appassionato al mio stile e mi ha chiesto di fargli delle melodie sopra dei beat che poi si sono concretizzati nel singolo Luna in cui canto anche io.

Da lì è nata la collaborazione con Michele Bravi che mi contattò tramite i social dicendomi che voleva lavorare con me, così è nato il primo pezzo che ho scritto interamente per qualcuno che si chiama Presi Male, che poi è diventato un featuring perché Michele ha voluto che la cantassi con lui. Questo mi ha portato a ottenere un contratto come autore per la Universal.

QUINDI È SUCCESSO UN PO’ PER CASO O SOGNAVI DI FARE L’AUTORE OLTRE A PORTARE AVANTI LA TUA CARRIERA SOLISTA?

No, mi sarebbe piaciuto ma non pensavo sarebbe rimasto un sogno nel cassetto. Quindi mi sono dato da fare sia per altri che per me stesso e da questa sessione è uscito anche Nero Bali che ho scritto insieme
a Faini che è diventato disco di platino. Diciamo che sto iniziando a capire come si scrivono i pezzi.

GIOVENTÙ BRUCIATA È IL TITOLO DEL TUO PRIMO E.P. MA ANCHE IL TITOLO DELLA CANZONE CHE TI HA FATTO OTTENERE UN POSTO TRA I FINALISTI DI SAN REMO GIOVANI 2019, COSA TI HA ISPIRATO A RUBARE IL NOME DAL FILM CULT DEGLI ANNI 50 INTERPRETATO DA JAMES DEAN?

Gioventù Bruciata si riferisce tanto alla mia generazione, nei miei pezzi parlo molto degli anni ‘90 sia dal punto di vista della mia generazione nata in quegli anni, quindi del viverli crescendo, che dal punto di vista di chi li ha vissuti in pieno, nella canzone Anni ‘90 Fibra cita le attrici di Twin Peaks dicendo che sono invecchiate, io non l’ho mai vista questa serie, ma è il suo punto di vista non il mio, come fossero due generazioni a confronto.

L’ep è un focus sulla nostra generazione nata con valori diversi, forse più superficiali, siamo stati abituati a crescere in un determinato modo e viviamo di conseguenza.

QUINDI IL FILM NON C’ENTRA?

Credo che la mia generazione rispetto a quella di mia madre tenda a sottovalutare molti aspetti della vita e si sente più a proprio agio in un mondo fatto di superficialità un po’ come accadeva anche nel film ma io l’ho preso più che altro come spunto per parlare della mia gioventù bruciata quindi è più un riferimento a livello d’immagine, sulla cover indosso maglia bianca e camicia rossa proprio come James Dean del film che ho scoperto di recente, solo che sulla mia maglia c’è stampato un Pokemon che so possa risultare infantile ma fa parte della mia adolescenza, sono molto legato al mondo manga/Giappone.

LA TUA GENERAZIONE IN EFFETTI È CRESCIUTA CON I POKEMON, SONO UN’ISTITUZIONE!

Quasi un rito, mi ricordo le estati passate al mare in Sardegna a giocare ai Pokemon col Game Boy tutto il pomeriggio.

RESTIAMO SULLA COVER CHE È PIENA DI SIMBOLI, PERCHÉ HAI UN BOLLO ROSSO DIPINTO SULLA FRONTE E ROVESCI DEL LATTE DA UNA BOTTIGLIA?

Perché riagganciandomi al discorso dei Pokemon sono affascinato dall’oriente, mentre il latte si riferisce proprio al film con James Dean e alla celebre scena in cui beve il latte dalla bottiglia di vetro.

QUANTO IL DISCO RACCONTA DI TE?

Molto, non sono una persona che ama esporsi molto sui social preferisco che il pubblico mi conosca attraverso la mia musica, quindi ho messo me stesso dentro le mie canzoni Mai Figlio Unico ad esempio è un pezzo che mi rappresenta molto.Questo ep è un po’ il mio mini diario, la mia Smemo.

MA TU SEI FIGLIO UNICO?

Figlio unico è il pezzo che racconta le mie origini e le mie radici.
I miei genitori hanno divorziato quando ero piccolo ma mio padre si è risposato altre volte e ha diversi figli, quindi per questo non sarà mai figlio unico perché ho altri fratelli sparsi per il mondo.

QUANTO MILANO HA INFLUENZATO I TUOI PEZZI?

Molto perché è la mia città.
Milano Good Vibes è un invito a cercare il bello anche dove sembra che non ci sia. La felicità si può trovare anche in una Milano deserta ad agosto, non bisogna per forza stare su una spiaggia cubana per stare bene.

CON QUALE COLONNA SONORA SEI CRESCIUTO?

Mia mamma ha sempre ascoltato classici come Mina e Battisti,
mi ricordo anche un periodo in cui tutte le domeniche puliva casa ascoltando Mare Mare di Luca Carboni. Quando ho cominciato a sviluppare il mio gusto musicale era il periodo in cui andava il pop mescolato all’rnb con artisti come Ne-Yo, Usher, the Fugees e Christina Aguilera. Mentre nella mia adolescenza ho ascoltato moltissimo Stevie Wonder.

Oggi invece mi identifico molto inFrank Ocean.

Forse il mio difetto è stato quello di aver ascoltato pochissima musica italiana, uno scotto che ho un po’ pagato quando ho cominciato a scrivere testi in Italiano, fortunatamente quando
ho cominciato a studiare pianoforte il mio insegnante mi dava da ascoltare album che non avevo mai sentito come De André, Dalla, De Gregori e me ne sono appassionato. Ho cominciato a trovare somiglianze nel metodo di scrittura con il rap, De André ad esempio scrive così.

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