Speciale #XF12: i Bowland, quando l’immaginazione diventa musica

I Bowland sono tre ragazzi che provengono da un mondo tutto loro e non fidatevi delle loro carte d’identità perché non vi direbbero il vero.

Lei Low (voce), Pejman Fa e Saeed Ama sono stati capaci di portare dentro il piccolo schermo, un suono mai apparso prima in Italia. Se volevate quel qualcosa di fresco e imprevedibile proprio come la fantasia di un regista cinematografico, allora i Bowland, fanno al caso vostro.

Fin dalla prima puntata hanno dimostrato il loro talento, dai casting alle audizioni, dal bootcamp agli homevisit fino alla finale.

Li abbiamo incontrai nel loft durante la preparazione della finale, dell’ultima esibizione, dell’ultimo show… per ora.

Come vi è venuta l’idea di partecipare ad X Factor?

In realtà stavamo lavorando al nostro secondo disco ed un giorno un contatto sconosciuto, cioè un ragazzo che seguiva la nostra musica, ci ha suggerito d’iscriverci. Ci abbiamo pensato un po’ prima di compilare i moduli per partecipare.

Vi siete pentiti?

No! Non ci pentiamo affatto siamo molto contenti di quest’esperienza. Pensavamo, di farci conoscere un po’, ma non di portare fino alla finale la nostra musica.
Immaginavamo fosse impossibile e invece ora siamo qui.

Il vostro sound in Italia non è mai arrivato in TV a un pubblico pop, il vostro giudice/guida è riuscito a creare un riflesso tra quello che siete e quello che deve arrivare allo spettatore. Un pregio o difetto di Lodo fino ad oggi?

Con Lodo si è creato proprio un rapporto d’amicizia in queste puntate e nei giorni in cui abbiamo lavorato ai brani. Ci ha lasciato molto liberi e noi ci siamo sentiti a nostro agio per cui durante le esibizioni poteva succedere di tutto, sul palco eravamo sempre noi.

Riti scaramantici? Cosa fate prima di salire sul palco?

Ci ritagliamo un momento molto personale. Ci abbracciamo, ci carichiamo, cerchiamo la concentrazione ed evitiamo tutto quello che ci può distrarre, come ad esempio l’intervista prima di salire a suonare come nei bootcamp. L’abbraccio in media dura 10 secondi e i capelli di Lei Low sono ovunque. (ahaha)

Come immaginate il vostro primo concerto fuori da X Factor?

quello che vorremo ottenere da un nostro concerto. Prima di cominciare ci vorrà qualche mese di preparazione.

Come vi vedete tra 5 anni?

Al centro della serata sul palco del Club To Club, il festival di musica avant-pop ed elettronica ospitato dalla città di Torino.

Un gruppo che vi ha ispirato o che portate sempre con voi?

Massive Attack ma anche i Radiohead.

Un episodio che porterete sempre con voi dopo quest’esperienza?

Aspetta che ci pensiamo un attimo! (ahah)
Il primo giorno che ci siamo svegliati nel loft, abbiamo composto un pezzo con Anastasio per il suo nuovo EP.

Senza X Factor oggi dove sareste?

Forse sarebbe uscito il nostro secondo disco e continueremmo a lavorare anche fuori dalla musica per vivere, mandando 100 mail al giorno per realizzarci.

Qual è il brano, oltre all’inedito, che vi è piaciuto suonare sul palco?

Sweet Dreams (Are Made Of This) degli Eurythmics è quella che ci ha emozionato di più sia nel lavorarci per farla entrare nel nostro mondo, sia nel momento in cui l’abbiamo presentata al pubblico.

Un messaggio ai vostri fan in attesa dello show finale di questa edizione?

Grazie del supporto, siamo veramente contenti e sorpresi per questa accoglienza alla nostra musica, non pensavamo che la nostra carriera potesse partire dall’Italia. Abbiamo molte idee e non vediamo l’ora di cominciare a progettare qualcosa di figo, anche se ancora non abbiamo qualcosa di definito in testa. Le immagini o le proiezioni con la nostra musica possono creare molte emozioni infatti è proprio

 

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