X Factor live: analisi a staffetta sul bello della diretta.

I Daiana Lou

Se state pensando, anche lontanamente, di comprare un biglietto per partecipare come pubblico al prossimo live di X Factor , fermatevi, fatevi quattro calcoli, organizzatevi psicologicamente e prendete in considerazione le seguenti strategie di attacco alle situazioni di crisi.

  • Quando, tutti emozionati e carichissimi, arriverete alla location della diretta e vi renderete conto del girone infernale in cui siete finiti, al momento del ritiro del biglietto alle casse, avvicinatevi furtivamente allo sportello riservato a giornalisti, fotografi e vattelapesca (naturalmente desolato, deserto e abbandonato) e, mentre fate finta di essere persone spesse e a proprio agio nelle vesti di onesti e rispettabili cittadini lavoratori, allungate lo sguardo sulla lista, adocchiate un nome credibile e simulate un indiscreto furto d’identità.

Se ciò non dovesse funzionare, ahimè, miei cari, spero vi siate muniti di scarpe comode e un certo senso dell’ironia, perchè nella fila, che durerà in media tre quarti d’ora, troverete sicuramente la sorella della zia del fratello del macellaio cugino di terzo grado della tipa accanto a voi, la quale comincerà a sbraitare al telefono, sostenendo e insistendo di non riuscire a vedere la fila (ma davvero? Vuoi un ombrellino guida? Una luce a intermittenza? Una pista d’atterraggio? Il Bat-segnale?).

Insomma, alla fine della fiera, a un certo punto, visto l’orario, viste le altre casse chiuse e vista la fila ancora da smaltire che nemmeno la processione di Sant’Agata, le gentil donzelle degli sportelli decideranno di sostenere, finalmente, un ritmo serrato. Si metteranno un pò di pepe al culo a vicenda, attiveranno il turbo e, miracolo del Natale, riuscirete anche voi ad avere il vostro biglietto prima dell’inizio della trasmissione. Ringraziate garbatamente ed entrate.

  • Successivamente, la nuova sfida da affrontare sarà la gestione psico fisica dello sbalzo di temperatura tra lo spazio esterno e quello che, meritatamente e straziatamente, si è conquistato da me il soprannome di ” ‘A Fornace”: l’interno del teatro.

Sì che, se fosse per me, vivrei dentro un igloo ma, essendo cresciuta al sud, le temperature elevate non mi spaventano. Eppure, vi giuro, questa volta avrete paura come ne ho avuta io.

Saranno I pantaloni lunghi, le scarpe chiuse e la maglia con le maniche a tre quarti ma, insomma, sudare copiosamente da fermi, a fine Ottobre, non sarà di certo una cosa che prendereste in considerazione.

Il primo istinto sarà quello di provare a ridarvi un tono, legando I capelli (per chi li ha), tirare ancor più sù le maniche e tentando di nascondere quel lieve imbarazzo dato dalla repentina manifestazione delle vampate, sia che voi siate donne, sia che voi siate uomini. Nessuno escluso. Ma nulla, sarà tutto inutile.

Rassegnatevi e, prematuramente consapevoli di cosa vi aspetterà in menopausa, riprendete il vostro posto e lasciate che la ragazzina seduta nel posto vicino al vostro con una canotta e gli shorts se la rida di voi con le amiche. Avrete modo di formulare molteplici vendette durante il corso della serata.

  • Arrivati a questo punto (anche se un pò provati), avrete preso stabilmente posto e starete aspettando l’inizio delle riprese. Vi guardate un pò intorno, adocchiate qualche persona interessante e, mentre state formulando il malsano e terrificante pensiero di aver dimenticato l’acqua a casa, d’un tratto intravedete un’organizzatissima ed eterogenea tifoseria: cannucce colorate chilometriche, magliette personalizzate, facce colorate, striscioni fluo e, fra le teste di un’occhialuta coppietta, vedrete una cosa che attirerà sicuramente la vostra attenzione e vi farà sognare la Padania libera in un viaggio in mongolfiera, chiedendovi il perchè qualcuno dovrebbe mettere la faccia di Salvini su un palloncino giallo. Non preoccupatevi nè vergognatevi delle innumerevoli cose strane che potreste ancora vedere: registratele, immagazzinatele e non fate ulteriori domande.
  • Mentre vi state grattando la pancia e si stanno spegnendo le luci, però, vi accorgerete con terrore e sgomento di una presenza costante di fronte ai vostri piedi: il cavo del cameraman, spesso quanto il vostro avambraccio, letale come una mazzata sullo stinco. Sarà perciò importante prendere delle precauzioni di rilevanza vitale.

Step uno: ritirate I piedi sotto la vostra poltrona per evitare tranciamenti simultanei delle caviglie;

Step due: non osservate costantemente il cavo e I suoi movimenti, lui sente l’odore della vostra paura;

Step tre: nel caso il cameraman in corsa, assolutamente ignaro della pericolosità elastica dei suoi aggeggi e della pesantezza sbilanciante di quella specie di armatura che gli montano addosso, dovesse cominciare a fare avanti e indietro proprio di fronte a voi, assecondate ogni suo movimento, poichè contrastarlo significherebbe generare una scossa sismica di una certa importanza a livello di tutte le assi di legno del teatro. Meglio evitare.

In ogni caso, non preoccupatevi: se sarete fortunati, prima o poi, cambierà settore di azione.

O lo cambierete voi.

  • Adesso, proprio perchè magari vi sarete davvero dimenticati l’acqua a casa, o magari perchè, nella sudata precedente, pensavate di aver consumato tutti I liquidi che avete in corpo, comincerete a pensare che non avrete il problema dell’impellente bisogno di andare al bagno. Ed è qui che vi sbagliate.

Un consiglio spassionato: come per I dibattiti, le presentazioni o gli esami con un professori particolarmente sbrigativi, cominciate già da subito a casa a cronometrarvi mentre fate pipì. Posizionatevi ai blocchi di partenza nella camera più lontana del soppalco più alto della vostra casa, impostate il conto alla rovescia sui 4 minuti e: pronti, partenza, VIA! Ovviamente, partire con la patta già abbassata o solamente con le mutande non vale.

Fatto? Ci siete riusciti? Bene, allora siete pronti ad affrontare con vantaggio I 4 minuti che vi spettano durante tutta la trasmissione  nelle uniche due pause pubblicitarie.

E non preoccupatevi, che a tenere il conto alla rovescia per voi ci pensa un omino all’altoparlante.

La cosa più ansiogena e meglio amplificata che sentirete.

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