18 Again – Joan Thiele // Vorrei dedicarti una poesia, l’ho scritta per te

Compiere 18 anni è un momento molto importante per ognuno di noi. Guardando indietro non vi verrebbe voglia di parlare a voi stessi in quel preciso giorno?

Noi abbiamo chiesto di farlo a sette artisti che abbiamo supportato fin dai loro inizi, con una lettera, non con un WhatsApp, non con una mail o con un messaggio in direct. Ci hanno raccontato anche delle cose che non hai mai detto a nessuno, quindi grazie e iniziamo il nostro “back to the future”.

 

Siamo molto legati a Joan Thiele, si può quasi dire che l’abbiamo vista crescere o meglio, è cresciuta insieme a noi. Pensate che la prima intervista che ha fatto con noi risale proprio al primo singolo.

Di acqua sotto i ponti ne è passata o meglio di note ed armonie sulla sua chitarra ne sono uscite, Joan Thiele è una delle artisti da tener sempre d’occhio perché la sua creatività è unica ma chissà a 18 anni com’era…

Lettera alla “me” diciottenne


Cara Joanita, Oggi é il tuo compleanno. Sono 18 anni. Sei una forza.
Dai Non dire che sei strana con quel vestito blu.

In che parte del mondo sei ora? Forse in Inghilterra, forse abbracciata a mamma Ross, davanti ad una torta, che sicuramente non ti aspettavi.

Ti vorrei dire tante cose, ma non lo farò.
Perché conoscere il futuro potrebbe essere estremamente noioso, e la curiosità del domani, la si deve tenere stretta al cuore.

Mi permetto di farti un regalo però,

Vorrei dedicarti una poesia.

L’ho scritta per te, perché si piccola peste con i capelli lunghi lunghi, non cambierai tanto in questo, i capelli lunghi saranno la tua costante a vita ma succederanno tante cose.

Non posso svelarti nulla 🙂 Gli anni voleranno,  e il tempo sarà un amico prezioso, non tradirlo mai. Ti prego non tradirti mai.  Cercati sempre, e quando non ti riconoscerai, non fare cazzate, ascolta il suono della tua voce, e inizia a scrivere.

Spero un giorno che questa poesia possa ispirarti una canzone.

A presto piccola peste.

Mi piaceva la paura.
Non giocavo,
per paura di perdere.
Non mi concedevo l’errore,
per paura di vincere.
Ballavo in fondo al mare.
Ora non pretendo che la paura scompaia,
pretendo da me la serenità nello sbagliare.
Solo così, dopo aver fatto l’ennesimo salto nel mare,
cambia la mia consapevolezza.
io so nuotare ancora.
Io so nuotare ancora di più.

-Le Vacanze-

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