A magazine about LOVE

Kendall Jenner per LOVE magazine

Quando nel 2009 Conde Nast lanciò Love Magazine, tutto il mondo editoriale dovette riconoscerne il valore. Love è stato iconico sin dal primo numero.

Sulla prima cover, Beth Ditto, la cantante dei Gossip era fotografata completamente nuda, in un periodo in cui la parola curvy non era semplice da usare quanto oggi. A coprire il corpo, dei font scritti a mano, come su una fanzine, semplici e eleganti. Era una cover come non se ne vedevano da tempo e subito delizzò migliaia di lettori. Love stava creando un mondo.

Per anni l’immaginario visionario di Love è stato nutrito da Katie Grand, una delle fashion editor più importanti degli ultimi anni. Dal 2012, nonostante diverse gure siano cambiate nella rivista, il taglio è rimasto lo stesso. Due volte l’anno arriva quindi il numero di Love. Tante foto, tantibianchi e neri e tanto nudo.

La donna è la dea, il tempio il suo corpo e la nudità femminile è esplorata in un territorio di confine tra pornogra a e arte, creando un immaginario unico. Indimenticabile la cover con Lea T, la musa transgender di Riccardo Tisci, che si bacia con Kate Moss. Una foto senza tempo, che descriverà per sempre i nostri anni.

Beth Ditto sulla cover del primo numero di LOVE magazine

Love si propone come un prodotto apparentemente indie, naif, almeno con le sue cover, storicamente interpretate da personaggi femminili, ma quello che propone è un viaggio nella testa delle protagoniste degli scatti, un viaggio anche selvaggio.

Perché così come i servizi fotografici, anche le interviste sono profonde, vere e proprie confessioni intime, strutturate per non dare l’impressione di dover parlare solo con le immagini.

Il mondo della musica è un immaginario da cui Love spesso attinge. Oltre a Beth Ditto hanno avuto la cover anche Miley Cyrus e Cher. Madonna scelse Love per celebrare il cinquantottesimo compleanno; che prese vita tramite uno special issue in edizione limitata curato da Mert Alas, che la fotografò per la cover con un lungo servizio che la rappresentava multiforme: una bambina con un dito in bocca, una reginetta grunge. L’intervista invece era un fiume in cui la popstar parlava del discusso rapporto con i social network, di suo figlio Rocco (protagonista di alcuni scatti), etc, con il tipico stile di Love insomma.

Si può dire quindi che Love investighi il mondo della moda, ma non dall’interno, non si parla addosso.

La moda di Love viene ltrata attraverso varie forme artistiche.

I servizi fotograci spaziano, alcuni sono molto classici, altri sembrano selvaggi, costruiti con snapshot ritmati.

Pensato per il presente e in grado di interpretarlo, Love ha puntato sull’online sin da subito, in un’epoca in cui i colossi editoriali ne avevano ancora un pò paura, i tablet non esistevano e non si sapeva cosa sarebbe successo nel mondo dell’editoria.

Love invece ha predetto il futuro sviluppando contenuti espressamente per il web e affidandosi a developer e designer di grido per avere sempre online delle chicche.

Tanti contenuti video, extra e una sezione archivio presentata come un calendario animato con le caselle da scoprire.

Kate Moss e Lea T
Slick Woods e Adwoa Aboah
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