Il brand presenta una nuova linea, la Toodog® Rough Ride Signature, sneakers realizzate in tessuto canvas dall’aspetto used ottenuto attraverso trattamenti naturali top secret che puntano a valorizzare il rapporto diretto tra le persone.
In un mondo 2.0, l’antibrand, com’è maggiormente corretto definirlo, punta quindi sull’assenza di negozi e di collezioni vere e proprie, svolgendo così un percorso al contrario in confronto a quello che il mercato richiede oggi e mettendo in luce il ruolo del cliente finale e del prodotto, a discapito delle logiche affermate che, secondo Toodog, assoggettano.
Non a caso il suo motto afferma: “Qualcuno ama vederti correre. Qualcuno ama vederti saltare. Qualcuno ama vederti ballare. Noi amiamo vederti per come sei”, che non delinea però quanto sia stato complicato osare e mantenere saldi i valori dell’azienda dopo 14 anni, se non affiancandolo a un’altra frase che da sempre segna il percorso di queste calzature, quella del filosofo Seneca: “Molte cose, non è perché sono difficili che non osiamo farle, ma perché non osiamo farle che sono difficili.”
Come spiega Gianluca Piroli, titolare e designer del brand: “Rough Ride, un viaggio difficile. Difficile perché, abbiamo deciso di utilizzare la strategia più dura che si potesse percorrere, parlare direttamente con i nostri clienti, niente intermediari, diritti al sodo, nessuno showroom, nessun agente e negoziante, siamo tornati all’età della pietra con questo prodotto. In una società massificata il vero lusso è poter avere degli oggetti che siano dei pezzi unici e difficili da trovare nei canali distributivi convenzionali. Non c’è modo di avere i nostri prodotti se non contattandoci direttamente.”
Cinque le tonalità e cinque i viaggi proposti da ogni singolo modello della linea Toodog, dalla Colombia al deserto del Kalahari, dai mari del sud all’Oregon fino all’europea Amsterdam, concludendo con un unico e grande viaggio, quello all’interno dei diritti umani, a supporto dei progetti ONLUS sulla tolleranza e dei bambini in paesi quali Africa e Tibetan.
Perché fare shopping non può essere solo comprare qualcosa che piace, ma credere, anche e solo in un’idea.