Vi presentiamo Costanza Francavilla tra synth, drum machine e suoni mai sentiti prima

Costanza Francavilla è una musicista e una produttrice italiana che ci invidia tutto il mondo.

Questo 29 novembre  verranno pubblicate sulla nuova label Silent Frequencies e su Zerokilled Music quattro produzioni originali e uniche nel suo genere.
La sua carriera fin ora è stata fantastica, dalle apparizioni ai festival come Glastonbury, Sonar al Montreaux Jazz Festival e molti altri fino alle collaborazioni con Tricky, fino al visionario film-maker Peter Mettler.
Se poi vi fosse sfuggito anche il suo nome tra i crediti delle colonne sonore di serie televisive come CSI e l’italiano BABY è il momento di prenderne atto.  Siamo riusciti a scambiare due chiacchiere con lei mentre curiosavamo in giro nell’ Ibiza Bloom Studio.

Eccoci finalmente, mai vista una foto così bella per un appassionato di musica in un comunicato stampa, come si sta’ tra mille tastiere, synth e drum machine?

Sono sempre stata incantata dai control voltage, dalle luci intermittenti, dai knobs,  gli oscillatori… e tutta la magia che si crea tra i circuiti elettrici nella sintesi del suono.
Nel mio studio mi sento al sicuro, è la mia confort zone… sopratutto di notte, quando qui fuori in campagna ci sono solo le stelle e il canto degli animali notturni… e dentro sono solo io con le luci dei synth e della macchine.
Come diceva Rober Moog : “sono al 100% sicuro che i sintetizzatori , anche se non sono esseri viventi, hanno in una certo senso una coscienza con cui ci connettiamo”.

Da dove arriva tutto questo amore verso i suoni?

I primi passi nella musica elettronica li ho fatti a fine anni ’90 mentre vivevo a Londra.
Un mio amico mi prestò una drum-machine Roland 626… e con una tastiera Casio e con un Tascam a 4 piste iniziai le mie prime composizioni elettroniche… e da lì la mia passione per i suoni e “le macchine” e’ sempre stata un crescendo.
Ma il mio percorso nel mondo dei suoni e’ nato da bambina.
Da piccola ho studiato chitarra classica al conservatorio di Santa Cecilia di Roma.
E ricordo che passavo ore ed ore ad esercitarmi a suonare gli arpeggi di Bach. Mentre pizzicavo le corde con la mano destra poggiavo l’orecchio sinistro sul corpo della chitarra per sentire la vibrazione del legno. Ne ero affascinata.
Il mio amore per il suono penso sia nato proprio lì, durante quei pomeriggi onirici, ipnotici, durante quegli arpeggi ripetuti all’infinito.
Mi ricordo il mio maestro diceva “ non e’ importante che note suoni, ma come le suoni”.. e si riferiva all’interpretazione, a come tocchi le corde..  come le fai vibrare, forte, piano, pianissimo.. con sustain, pizzicate staccate…  quindi alla scultura del suono. È li che si creano le emozioni.

E lo stesso avviene nella musica elettronica. Le mie composizioni sono molto minimali.
Lavoro con poche note, pochi accordi, pochi layers, poche tracce… diciamo ho un approccio punk alla composizione.. ma l’evolversi emotivo dei brani lo cerco nella scultura del suono, nella modulazione dei volumi e dei sostenuti delle note, nelle aperture dei filtri, nella durata dei riverberi e degli echi.
Questo amore per il suono mi ha sempre accompagnato… anche quando ho studiato all’Università di Architettura ho fatto una tesi in Fisica Acustica sul rapporto tra spazio e risposta all’impulso.
Adesso sto studiando tecniche di sound-therapy  e come l’ascolto prolungato di alcune frequenze e le pulsazioni Binaruali possano influenzare il nostro stato d’animo.

Di strada ne hai fatta, ora vivi ad Ibiza ma com’è vivere a Brooklyn dove avevi fondato Zerokilled Music, etichetta e collettivo di artisti specializzati in colonne sonore?

Vivere a NYC e’ stata un esperienza molto intensa. Ho vissuto a Brooklyn per più di  6 anni.
Sono arrivata a Dumbo nel 2005 che non conoscevo quasi nessuno. In quegli anni artisti e musicisti occupavano le fabbriche industriali abbandonate del quartiere e facevano i loro studi in loft enormi… dalle vetrate rotte si vedeva lo skyline di Manhattan dall’altra parte del fiume. Era uno spettacolo, una fonte incredibile di ispirazione.
Il mio studio si trovava in una di queste ex fabbriche. C’era un clima artistico molto fervido.  Una comunità molto unita di pittori fotografi compositori visual artists.
Ho fondato la Zerokilled con l’obiettivo di creare un ponte tra gli artisti della scena underground elettronica/sperimentale  e il mondo del licensing dei film. Ho collaborato con artisti della scena dell’ avant-garde Newyorkese  legata a John Zorn e quella dei Tv On The Radio e dell Afropunk…e facevo da ponte negli US  con i miei “colleghi” elettronici che si trovavano oltreoceano a Berlino e in Italia.
Nei  primi anni la città e stata per me un turbinio di creatività…di crescita.
Ma dopo qualche anno,  iniziai a sentirmi soffocata. Passata la crisi del 2008/2009, NYC  stava cambiando. Wall Street aveva invaso Brooklyn. Chiudevano locali storici , come CBGB , Tonic… e aprivano Condos e banche.
Gli artisti si spostavano sempre più in periferia oltre Bushwick…molti lasciavano la città perche troppo cara.
Tutto questo cemento, caos, rush di migliaia di persone a rincorrere carriera e  soldi. Il capitalismo sfrenato. Mi mancava l’aria.

Ho sentito il bisogno di tornare in Europa e per raggiungere l’amore della mia vita sono finita a Zurigo per alcuni anni. E da lì una serie di coincidenze  e scelte di vita mi hanno portato a Ibiza.

Sono più di 3 anni ormai che vivo con la mia famiglia e la nostra bimba qui sull’isola. In campagna. Nella natura. Molto lontana dalla scena dei club e delle zone turistiche. Quando piove scatta la luce. E per andare al villaggio più vicino dobbiamo fare 10 km nel bosco e strada sterrata.
Adesso quando vedo immagini di NYC mi chiedo come ho fatto a viveri li!
Ma ogni momento della vita ha il suo luogo di appartenenza.

Quando è nata questa passione per le colonne sonore?

Il cinema e’ stato sempre presente nel mio percorso creativo. Da adolescente il mio sogno era diventare Direttore della Fotografia. La mia musica e’ sempre stata legata alle arti visive. Quando compongono le mie ispirazioni vengono spesso da immagini evocative e cinematiche.

Ma a livello di “carriera’” tutto è iniziato quando ho lavorato con Tricky a Los Angeles,  inizi 2000,  …alcuni brani che abbiamo composto insieme sono finiti a far parte delle soundtrack di alcune serie televisive.. come CSI per esempio e vari film.

Così entrai in contatto con alcuni Music Supervisors di Hollywood che mi chiesero di mandargli dei miei brani. E da li e’ nata una connection con il mondo delle soundtrack . Soprattuto nella Trailer Music. L’anno scorso ho scritto le musiche per i trailer del nuovo Blade Runner 2049 ed e’ stata una grossissima soddisfazione. Ma il mondo che mi appartiene di più è quello delle musiche per i documentari. Sopratutto se sono docu-film che hanno a che fare con i diritti umani – come nel caso del film che ho musicato Free Men sulla pena di morte – o su temi sociali e scientifici come per esempio Children of The Universe, nel quale un astrofisica della NASA guida un gruppo di bimbi a scoprire l’Universo.
 

Qual’è la colonna sonora che avresti voluto scrivere e produrre tu?

Per qualsiasi film di Iñarritu. Adoro il suo cinema … Babel , 21 Grammi, Biutiful, Amores Perros.. sono tra i miei film preferiti di sempre. 
Mi sento molto vicina alla sua estetica e il suo rapporto tra immagini e musica.
Il lavoro sonoro su The Revenant di Alva Noto e Sakamoto mi ha particolarmente toccato, su immagini cosi dilatate, aperte, piene di silenzi e contrappunti emotivi.  Di sofferenze e speranze. Mi piacerebbe davvero molto poter musicare un suo film.

Invece le collaborazioni con Tricky come sono nate?

Era Dicembre 2001. Vado a un suo concerto a Roma. E prima di uscire di casa metto su un CD 3 canzoni prodotte da me nella mia camera da letto …composte con un synth , un microfonaccio e una batteria elettronica.
Finito il concerto per caso finisco con un’ amica all’aftershow nel backstage.
Incontro il batterista Perry, gli do il mio CD e lui mi promette che lo darà a Tricky .
Tricky mi chiama il giorno dopo al cellulare “Who’s the singer?” dice.. “voglio che vieni con me!”
e da li sono partita per Londra… e poi a Los Angeles. Un’avventura durata qualche anno. In giro per il mondo. Tra studi di registrazione e grandi palchi.
E’ stata un esperienza molto forte..L’aver lavorato con lui mi ha aperto tantissime porte. ma sopratutto mi ha fatto credere in me stessa.. attraverso di lui ho capito  che la musica poteva essere la mia strada, per davvero.

Ma stare da così giovane in tour,  sempre in giro per alberghi, sul palco davanti a migliaia di persone..  mi ha fatto anche capire che quel mondo dello Stardom a quei livelli non mi apparteneva. Non mi sentivo a mio agio.
Mi immaginavo in un futuro di poter avere una famiglia, dei figli, vivere una vita più “semplice” .
La vita dietro le quinte,  lontano dai riflettori mi appartiene di più. E forse per quello mi sono avvicinata cosi presto alle colonne sonore e la produzione in studio. Tricky e’ stato la mia fortuna sopratutto in questo senso. Mi ha fatto capire da molto giovane cosa “non” volevo raggiungere con la musica.
Qual’è il ricordo più bello legato alla musica che non dimenticherai mai?
 
ho tantissimi bei ricordi “musicali” …
Ma probabilmente il ricordo più bello in assoluto è legato alla notte quando è nata mia figlia Maya.
Una notte calda di fine Maggio. Mi si erano rotte le acque… e nel mentre che arrivavano le contrazioni ascoltavo della musica di mantra indiani. La musica era un tutt’uno con me e la mia bimba che stava venendo al mondo. E’ stato un momento molto spirituale. La musica mi ha completamente avvolta in una dimensione ultraterrena.  Mi sono sentita davvero connessa con l’intero Universo.
 

In ‘CHILDREN OF THE UNIVERSE’ qual’è il brano a cui sei più legata e quello che ti ha fatto più sudare nella composizione?

Sicuramente il brano che dà il nome all album Children of The Universe.. sono molto legata a questa composizione perché rappresenta in tutto la mia estetica ed emotività sonora.. il synth con l’arpeggiatore, la ripetizione delle note, i suoni dilatati riverberati, le melodie malinconiche e oniriche del violoncello.
Tutti i brani in realtà mi fanno sudare.. nel senso che quando compongo devo “sentire” una vibrazione.. una connessione. Se questo non avviene non vado avanti. Chiudo la sessione.
Ma quando avviene quella magia che mi fa “sudare”, che mi fa emozionare, allora mi fermo…e considero il brano finito. E di solito ciò avviene nell’arco di una notte… spesso tra le 2 e le 5 di mattina, quando sto in una sorta di dream-state… e le emozioni  fluiscono libere tra gli impulsi creativi più istintivi. Per me comporre musica e’ una sorta di esperienza trascendentale.
 

C’è un posto in particolare in questo mondo dove vorresti stare per comporre  e creare la colonna sonora della tua vita?

 Qui, a casa mia. A Ibiza. Nel mio studio in giardino. Non potrei immaginarmi posto migliore. Mi sento molto fortunata e grata  Sono felice qui. Con la mia famiglia accanto. Tra l’odore degli alberi e quello del mare.

Come e dove ti vedi tra 10 anni?

Mi immagino più saggia. Mi immagino qui sulla mia amata isola , o in un luogo sempre più a contatto con la natura.
10 anni non sono tanti. Ma voglio immaginarmi di poter dire che l’umanità abbia preso coscienza… guardando indietro a oggi, vorrei poter dire a mia figlia “abbiamo vinto la battaglia iniziata nel 2019 da Greta Thunberg. Insieme abbiamo fatto la differenza. Oggi il mondo è un luogo migliore. il pianeta è salvo”.
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